Energia locale per la pace

Pubblicato il 30-04-2023

di Sandro Calvani

La variabile singola più trasparente e davvero globale per indicare le variazioni di pace e sviluppo è l’energia. Ogni volta che l’umanità ha fatto una grande rivoluzione industriale, sociale, economica o culturale è facile identificare una nuova forma di energia come catalizzatore della trasformazione, sia essa pacifica o violenta. I sistemi energetici sono oggi al centro di ogni forma di progresso sostenibile e sembrano decisivi per gli esiti finali.

Dopo la Seconda guerra mondiale, il principale catalizzatore delle guerre è stato l’approvvigionamento energetico. Spesso un conflitto locale diviene una guerra glocale (combattuta localmente ma con effetti globali) quando crea importanti effetti sulla disponibilità e sui prezzi dell’energia. Tutti gli indicatori di sviluppo inclusivo a partire dai cinque bisogni umani fondamentali – cibo salute educazione lavoro casa – sono dipendenti dalla disponibilità di energia. Dove essa scarseggia i poveri ricorrono sempre a soluzioni di emergenza devastanti per l’ambiente.

Nel 2021, il 62% dell’elettricità mondiale proveniva da combustibili fossili, un brutto indicatore di scarsa priorità data alla decarbonizzazione accordata nel trattato di Parigi sul cambio climatico. Contrariamente alle fonti di energia rinnovabile (solare, vento, idroelettrico, geotermica, biomassa) le fonti di energia fossile non sono equamente diffuse in tutte le parti del mondo; sono dunque cause di conflitti e richiedono grandi reti di trasporto globale, anch’esse molto sensibili ai conflitti.

Nel 1985, il carbone rappresentava il 38% della produzione globale di elettricità. L'idroelettrico era il 20%, il nucleare il 15%; il gas naturale 14%; e il petrolio l'11%. 35 anni dopo, il carbone è ancora al 36% e il gas è aumentato a quasi il 23%. Nel 2020 e 2021, le energie rinnovabili, guidate dall'energia eolica e solare, sono cresciute del 17% rispetto agli anni precedenti, arrivando fino al 13% della produzione totale di energia elettrica. Una prova evidente che se il tasso di crescita delle rinnovabili fosse mantenuto o accresciuto, basterebbero pochi anni a pulire l’atmosfera.

Un grande contributo al cambiamento viene dall’Asia. Per esempio, nel 2016, la Cina ha superato gli Stati Uniti e ha raggiunto quasi il 60% della produzione totale di energia rinnovabile in Europa. Nel 2021, la Cina ha superato anche l'Europa, aggiungendo in un solo anno quasi 290 terawattora di produzione totale di elettricità rinnovabile in un anno. L'anno scorso, Giappone e India hanno generato un totale di 302 terawattora.


Sandro Calvani
NP febbraio 2023

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