Sono solo parole

Pubblicato il 16-05-2023

di Roberto Cristaudo

Durante uno dei primi viaggi in Birmania, la guida che mi stava accompagnando era un giornalista che arrotondava il suo misero stipendio facendomi da cicerone. Incuriosito dal suo lavoro chiesi di poter visitare il giornale per il quale lavorava. La mia richiesta lo lasciò alquanto perplesso ma acconsentì.

Organizzò tutto e la mattina successiva mi accompagnò nella redazione del giornale, un piccolo quotidiano che si occupava di cronaca locale nella provincia di Mandalay.
La Birmania, diventata ufficialmente Myanmar dopo il colpo di stato del 1988, è oggi un Paese in rapida evoluzione, ma sicuramente non uno di quelli che brillano per la libertà di espressione. Io, ad esempio, ero costretto a muovermi sotto lo sguardo attento dei due militari che mi avevano assegnato come scorta.

Nella tipografia del giornale l'odore di metallo e inchiostro era talmente forte da costringerci a tenere un fazzoletto premuto sulle narici per poter respirare. I telai per la stampa, ci spiegarono, venivano puliti ogni mattina con un solvente a base di benzina.
Un addetto posizionava le singole lettere in modo che potessero formare le parole che sarebbero poi diventate frasi di senso compiuto.

Un rullo imbevuto di china veniva passato sulle lettere sulle quali, in un secondo momento, era appoggiata la carta. Successivamente un secondo rullo la pressava sulle lettere ottenendo così la pagina stampata.
Un incidente, la costruzione di un ponte, un necrologio e alcune volte timidi tentativi che parlavano di politica. Questi erano gli argomenti che venivano trattati sul giornale locale, dieci pagine in tutto, ogni copia leggermente diversa dall'altra. Un capolavoro di artigiana lentezza, nessuna fotografia.
Ne acquistai una copia impossibile da leggere per uno straniero, ma una meraviglia per un viaggiatore. Gesti semplici di un Paese che cercava di sopravvivere a una dittatura militare.
Me ne andai con gli occhi lucidi e pensai che in fondo un giornale non è fatto solo di parole.


Roberto Cristaudo
NP febbraio 2023

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