La bellezza di Susanna

Pubblicato il 09-10-2021

di Anna Maria Del Prete

Oggi accostiamo un testo del profeta Daniele, il cantore della "giustizia" divina, nella storia e anche oltre la storia, come dice il suo stesso nome "Daniyy'el – Dio è il mio giudice". La sintesi del suo annuncio è nel grido di gioia del popolo a conclusione di una storia di fedeltà che l'uomo voleva trasformare in storia di menzogna: «Dio ascolta la voce dei giusti che gridano a lui, salva coloro che sperano in lui» (Dn 13,60).
Susanna, donna di particolare bellezza, abitava con il marito Ioachim a Babilonia in una casa con giardino, frequentata dai notabili della città. Ed è proprio in quel giardino che inizia la sua storia.
Il giardino, nella Bibbia, è luogo di armonia e di pace, immagine del Paradiso. Nel giardino Dio pone l'uomo e la donna appena create perché vivano nella serenità e nella veritù. Ed è proprio lì che inteviene il divisore, il diavolo, che vuole dividere la creatura dal suo Creatore attraverso la menzogna. Così avvenne con Eva e così prova con Susanna che, però sceglie la fedeltà.

A lui Verità infinita, Susanna, accusata dalla menzogna, si rivolge con fiducia. Lo stesso nome: "shoshan- giglio" tratteggia la fedeltà di questa donna al marito, alla Tora, alla Legge dei suoi padri, alla Verità: ella rifiuta la menzogna anche a costo della vita.
La sua bellezza affascina due anziani giudici che frequentavano la loro casa, quelli dei quali il Signore ha detto: «L'iniquità è uscita da Babilonia per opera di anziani e di giudici, che solo in apparenza sono guide del popolo» (13,5).Presi da una passione incontrollata per quella donna «persero il lume della ragione, distolsero gli occhi per non vedere il cielo e non ricordare i giusti giudizi» (13,9) che avrebbero dovuto caratterizzare la loro attività. Consapevoli della gravità della loro passione, essi non hanno il coraggio di rivelare l'uno all'altro il proprio proposito e ciascuno finge di tornare a casa per poi ritornare a tentare la fanciulla.
Sul luogo del peccato si incontrano e non hanno altra scelta che confessarsi la propria passione.

Insieme programmano come incontrarla. L'occasione è offerta dal bagno che la donna usava fare, sola. I due anziani le si presentano dichiarando la propria passione e pretendendo che essa si conceda loro. Nel caso di rifiuto essi l'avrebbero accusata di averla colta in flagrante adulterio. Il rifiuto della donna trasforma la lussuria in crudeltà fredda e disumana. Ma nulla la convince a cedere alla menzogna e, come minaccciato, viene accusata pubblicamente e condannata a morte. Da giudici difensori della vita essi sono trasformati in menzogneri accusatori che conducono alla morte.
Susanna tra le lacrime, «alzò gli occhi al cielo con il cuore pieno di fiducia nel Signore» e «il Signore ascoltò la sua voce» (13,44): parole che risplendono nell'oscurità della menzogna. Suscitò il santo spirito di un giovanetto chiamato Daniele il quale, con un'abile argomentazione, smascherò i due menzogneri e proclamò l'innocenza della donna. Tutta l'assemblea proruppe in quel grido di gioia con cui abbiamo iniziato la riflessione.
I due giudici furono condannati «alla medesima pena che avevano tramato» contro Susanna. La "giustizia" di Dio si manifesta nella salvezza di coloro che sperano in lui.


Anna Maria Del prete
NP maggio 2021

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