Ipocrisia fiscale

Pubblicato il 03-06-2023

di Sandro Calvani

Ha ancora senso parlare di ingiustizia disumana tra Nord e Sud del mondo in questo tempo di permacrisi globale? E l’ingiustizia crescente è colpa delle diverse opportunità di accesso al mercato o è soprattutto intenzionalmente imposta dai governi? Per capire la domanda basta osservare che tra il 2014 e il 2018 Elon Musk, uno degli uomini più ricchi del mondo, ha pagato una "aliquota fiscale reale" di circa il 3%. Aber Christine, una venditrice di farina in Uganda, guadagna 80 dollari al mese e paga un'aliquota fiscale del 40%.

Nel 2022, le fortune dei ricchi miliardari al mondo sono aumentate di 2,7 miliardi di dollari al giorno. Mentre all’inizio del 2023, almeno 1,7 miliardi di lavoratori vivono in Paesi in cui l'inflazione cresce più dei salari, rendendoli dunque sempre più poveri. Negli ultimi tre anni, l'1% dei più ricchi si è impossessato di quasi i due terzi di tutta la nuova ricchezza creata, per un valore di 42 trilioni di dollari, quasi il doppio della disponibilità del 99% più povero del mondo. Si tratta di una straordinaria accelerazione della disuguaglianza , dato che nel decennio precedente l'1% più ricco si era impossessato “solo” di circa la metà di tutta la nuova ricchezza. In pratica, la ricchezza estrema e la povertà estrema sono aumentate rapidamente per la prima volta in 25 anni.

La soluzione per fermare e invertire il senso di marcia della disuguaglianza crescente esiste ed è nota a tutti: basterebbe esigere una tassa fino al 5% sui multimilionari e i miliardari del mondo; una tassa di giustizia globale imposta per alcuni anni potrebbe raccogliere 1,7 trilioni di dollari all'anno, sufficienti per far uscire dalla povertà due miliardi di persone. Non sarebbe una novità: infatti dal 1951 al 1963 negli Stati Uniti e in altri Paesi ricchi, l'aliquota marginale più alta dell'imposta sul reddito è stata del 91%. Fino al 1975 le aliquote massime dell'imposta di successione erano al 77%. Negli anni 1950 e 1960 l'aliquota dell'imposta sulle società era superiore al 50%. Questi alti livelli di tassazione sono stati sostenuti da tutto lo spettro politico e sono esistiti nei decenni di maggior sviluppo economico che abbiamo visto. Secondo i sondaggi fatti dal World Economic Forum, oltre il 60% dei super-ricchi sarebbero d’accordo sul pagare più tasse; 200 ultramilionari hanno firmato una lettera ai governi che chiede più tasse. Secondo José Antonio Ocampo, Ministro delle finanze in Colombia: «Tassare i più ricchi non è più un'opzione: è piuttosto un obbligo etico e politico!»

*Tutti i dati sono estratti dal rapporto di Oxfam, Survival of the Richest, presentato a Davos all’inizio del 2023
 

Sandro Calvani
NP marzo 2023

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