Il mondo visto dall'emporio

Pubblicato il 24-12-2022

di Cristiana Capitani

19 settembre 2021: suona il campanello dell’Emporio Speranza in via Pinerolo 5. È la prima famiglia che accede alla distribuzione del cibo in questa nuova forma.
19 settembre 2022: 517 famiglie passate per un totale di 1.663 persone, quasi 100.000 chili di cibo distribuito, 35 volontari per circa 3.200 ore di servizio, 1 tirocinio professionalizzante per un uomo che sta cercando di ricostruire la propria vita.

Ma l’Emporio Speranza non sono solo numeri, per quanto significativi, sono volti, storie, a volte lacrime, gratitudine. Nasce dal desiderio del superamento del pacco confezionato dai volontari, dando la possibilità agli utenti di scegliere ciò di cui hanno bisogno. Per questo è necessario uno spazio più grande. Veniamo a conoscenza che nel quartiere l’AMIAT, l’azienda dei rifiuti, ha ricevuto dal Comune di Torino in comodato d’uso alcuni spazi in via Pinerolo 5 che non utilizzano più. Chiediamo di poterne usufruire e nel 2019 entriamo: spazi fatiscenti, sporchi, abitati abusivamente. Li sistemiamo, arredati con materiali donati da aziende, ma poi scoppia la pandemia, il progetto dell’emporio si ferma per aprire le porte a Torino Solidale.
Un’esperienza di rete con altre 15 realtà e il Comune di Torino capofila per far fronte alle difficoltà economiche di chi ha perso il lavoro per il lockdown. 25mila famiglie assegnate su tutta Torino, migliaia di tonnellate di cibo distribuito mensilmente per 18 mesi. A settembre 2021, essendo il numero delle famiglie un po’ diminuito, arriva il momento di passare all’emporio. In pochi giorni gli scaffali vengono riempiti di riso, pasta, olio, latte, biscotti, messi i cartellini dei prezzi per ogni prodotto… quasi un vero negozio! Telefonate per dare appuntamento, volontari in fibrillazione, emozionati per questa evoluzione nella distribuzione.

Il 19 febbraio 2021 suona il campanello, la prima è Grace, una mamma con due bimbi, il secondo è Luigi, un anziano che vive solo, incattivito dalla vita e dalle difficoltà che deve affrontare. Luigi ogni volta che veniva per ritirare il pacco si lamentava, non andava mai bene niente. Quando lo vediamo sull’arco della porta, ci guardiamo e senza dire una parola, tutti pensiamo: «Iniziamo in salita, chissà cosa ci dirà oggi!». Il volontario lo accompagna, gli spiega le regole, gli dà la sua tessera punti e fa la spesa con lui. Alla fine del giro, mi chiama in cortile, mi avvicino un po’ timidamente o forse impaurita, lui sembra capirlo e con un sorriso mi dice: «Grazie! Sono felice, avete fatto una cosa proprio bella! Finalmente posso scegliere quello che più mi serve, senza sprecare nulla!».

L’emporio è questo sorriso, il grazie di chi sente di non avere più l’etichetta del povero che deve prendere cibo scelto da altri, seppur con amore.
Fin dai primi giorni, ci rendiamo conto che l’emporio non è un semplice “negozio” solidale, ma molto di più. L’emporio dà dignità perché ognuno è protagonista della propria spesa, tanto che a volte qualcuno si lamenta dei prezzi più alti del supermercato: in realtà all’emporio nessuno paga perché le persone usano dei punti assegnati in base al numero dei componenti della famiglia e che valgono simbolicamente 1 euro ciascuno. È un luogo educativo, perché aiuta la mamma, che per ragioni culturali spesso è in casa, parla poco italiano, a gestire un budget mensile, imparando a dare delle priorità e un valore alle cose. Inoltre agli utenti viene chiesto un atteggiamento di rispetto dell’appuntamento: non per essere precisi e pignoli, ma perché imparando a rispettare l’appuntamento ricevuto, si cresce nel rispetto di ogni altro appuntamento ricevuto, dal medico, dagli insegnanti, negli uffici, contribuendo nel piccolo all’integrazione della famiglia. Ad un gruppo di mamme che hanno bimbi di età inferiore ad un anno viene offerto un percorso di accompagnamento alla genitorialità. Le volontarie le aiutano nella scelta dei prodotti adeguati ai loro figli, ma soprattutto le ascoltano, parlano con loro, le incoraggiano quando c’è bisogno, organizzano degli incontri con esperti. A maggio una pediatria ha offerto la propria professionalità sul come gestire i rischi in casa. A luglio due igieniste dentali hanno mostrato le norme basilari per una corretta igiene dentale. Valletta speciale per l’occasione una bambina di 6 anni, Fatima, che insieme ad altri bimbi hanno “giocato” a lavarsi i denti. L’emporio è un luogo dove non si spreca nulla, ma tutto ha un valore.

Anche i prodotti TMC, quelli che hanno la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro”, vengono utilizzati rispettando le norme della legge Gadda sullo spreco alimentare, che viene spiegata agli utenti i quali scelgono se prenderli pagandoli metà prezzo L’emporio è un luogo di relazioni, di ascolto, di dialogo. , delle difficoltà che si incontrano nella quotidianità, dei propri figli, aggiungendo preziosi tasselli alla situazione socio economica della famiglia emersa durante il colloquio iniziale, necessario per accedere al servizio.
Quest’estate l’esperienza si è arricchita anche dei giovani accolti all’Arsenale della Pace per esperienze di servizio e formazione.

La loro freschezza e disponibilità si è integrata perfettamente con la disponibilità dei volontari a inserirli nei servizi. Anche i bambini, a casa per le vacanze, hanno apprezzato la loro presenza. L’emporio si è colorato di giochi, biciclette, monopattini, macchinine e bambole, e mentre i bimbi aspettavano la mamma che faceva la spesa, si sono divertiti giocando e poi portandosi un gioco a casa. Difficile da descrivere la gioia e lo stupore di questi bambini quando vedevano il cortile così festoso! Il cibo, necessario per supportare situazioni critiche, diventa uno strumento per conoscere la famiglia e costruire un progetto individualizzato più efficace. Negli ultimi mesi, sono stati offerti corsi di orientamento, per la sicurezza sul lavoro, corsi di pasticceria e sartoria, estate ragazzi per i bambini, scuola di musica, sport, baby parking per dare la possibilità alle mamme di frequentare i corsi, visite mediche e percorsi di supporto psicologico, sportello CAF.

In collaborazioni con alcune fondazioni benefiche, trenta famiglie sono state inserite in corsi di digitalizzazione e dieci mamme in un progetto di formazione per mamme e neonati.
Insomma il cibo, così importante in questi anni in cui si passa da una crisi economica all’altra, dalla pandemia alla guerra in Ucraina, oltre che sfamare le pance, si arricchisce di valore, sfamando i cuori, le menti, diventando un punto di riferimento, sempre aperto, anche ad agosto, pronto ad accogliere, ascoltare, incoraggiare, a volte spronare per il bene di tutti, perché se tutti stiamo meglio la società migliora.


Cristiana Capitani
NPFOCUS - La nostra casa
NP ottobre 2023

 

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