Detenute madri e figli minori

Pubblicato il 18-03-2022

di Chiara Genisio

Mai più bambini in carcere. Una promessa ancora non mantenuta. A fine ottobre, secondo i dati del Ministero della Giustizia, erano 24 i piccoli con le loro madri all'interno delle strutture carcerarie. Oltre la metà si trova in uno dei quattro Icam (San Vittore a Milano, Torino, Giudecca Venezia e Lauro). Considerato il numero non elevato potrebbe apparire come una questione irrisoria, ma non è così. Siamo davanti ad una realtà che è lesiva dei diritti dell'infanzia, è un segno di una società che non ha interesse per il suo futuro. Nel 2011 era stata approvata una legge in materia di tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori, un passo importante verso la tutela di entrambi, una legge che aveva aperto la strada agli Icam (gli istituti a custodia attenuata), luoghi dove le mamme e i loro bambini hanno la possibilità di vivere all'interno di strutture dentro il perimetro carcerario, ma in ambienti più adatti alle loro esigenze. Ad esempio viene garantito un maggior diritto alla privacy, le sbarre alle finestre sono nascoste da tende e piante, le agenti di polizia penitenziaria non portano la divisa. Non è come una casa, ma almeno sembra meno un carcere.

La stessa legge aveva anche istituito le case-famiglia protette, ma erano previste senza “alcun onere per lo Stato”. Risultato? In tutto il Paese ne esistono solo due. Partendo da qui, è stata avanzata una proposta di legge (Siani), però già bloccata da 8 mesi, che prevede l'obbligo per lo Stato di finanziare queste case famiglia protette per detenute madri oltre che l'obbligo per il ministero della Giustizia di stipulare convenzioni con gli enti locali per individuare le strutture idonee ad accogliere le detenute con i loro figli. In pratica, se la proposta venisse approvata, per una donna con figli piccoli non si dovrebbero mai aprire le porte del carcere: le case-famiglia protette diventerebbero la soluzione ordinaria e il ricorso all'Icam dovrebbe essere l'estrema ratio.
Cittadinanzattiva e A Roma Insieme-Leda Colombini, da tempo impegnate perché si adottino misure idonee a superare definitivamente il fenomeno della incarcerazione dei bambini, denunciano lo stallo, il varo della “legge Siani”, completerebbe il percorso avviato lo scorso anno con l'approvazione di una norma, inserita nella legge di bilancio 2021 su proposta delle due organizzazioni, che ha istituito un fondo triennale, di 4,5 milioni di euro, destinato ad implementare il sistema della case famiglia. Un risultato importante, che rischierebbe di rimanere vanificato senza le ulteriori misure previste dalla proposta di legge.


Chiara Genisio
NP dicembre 2021

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