Schegge di luce
Pubblicato il 05-05-2024
Nella chiesetta dell’Eremo tutto era in rovina, gli affreschi originari sono stati recuperati e abbiamo aggiunto tutto il resto, in particolare la piccola croce fatta di frammenti: non c’è un’unica struttura, ma tanti pezzi che insieme compongono la croce. Gesù ha preso su di sé tutti i frammenti del male, quelli piccoli e quelli enormi, sono tutti presenti, ricomposti insieme e dorati. La croce dell’Eremo non è colore del legno, è oro di risurrezione, un oro pacato, non trionfante, è una piccola croce che in modo discreto prende su di sé le schegge di male e le riveste di luce tenue.
A un anno da quel giorno uno che raccontavamo, l’Eremo si è aperto molto di più a una maggiore collaborazione con i centri diurni del territorio e i ragazzi disabili vengono coinvolti nella gestione di tutta la casa che è sempre più abitata: ormai non solo in pasticceria, ma in ogni sala ci sono varie attività che i ragazzi portano avanti. Si muovono in cantina, in garage, vanno in lavanderia, puliscono la torre, girano con il carrello trasportando cose. Ognuno ha il suo compito, ma è anche pronto a cambiare in base alle esigenze del momento.
La casa si riempie di profumi a seconda delle stagioni: c’è da grattugiare le arance e i limoni per i biscotti, c’è da sgranare la lavanda, c’è da impacchettare i cioccolatini, da bagnare i fiori e raccogliere i pomodori, da riempire le fialette di tè aromatico, persino il colore che diamo alle cassettine di legno ha il suo odore. Ogni frammento di croce che potrebbe essere un lamento per qualcosa che manca si trasforma in un inno alla vita e alla gioia. Manca l’uso di una gamba, di un braccio, ma non manca il sorriso, la voglia di fare e di stare insieme.
Una luce sottile avvolge quelle schegge di croce: è il volersi bene, noi lo sappiamo, che viene da Dio. Un fiore è spuntato dove non l’avevamo piantato, ci ricorda le mamme che un anno fa si sono piegate sulla terra per mettere i fiori. Una di queste è una mamma senza più figlia: non è vedova né orfana, non esiste nemmeno la parola per dirlo, nell’intimo della nostra lingua ci ribelliamo all’idea, ma nel giardino dell’Eremo un fiore è spuntato e una piccola croce ci assicura che tutti i frammenti di male sono stati presi e rivestiti di luce sottile.
Maria Claudia Brunello
NP aprile 2024