Miseria e salute

Pubblicato il 25-10-2020

di Mauro Palombo

L’impatto della pandemia di Covid-19 sui Paesi del sud del mondo – in Africa, Asia, America Latina – dal punto di vista sanitario è finora stato molto grave in alcune regioni, un po’ meno in altre; ovunque però, per quanto diversi siano i luoghi, la pandemia sta affliggendo l’economia locale e la vita di milioni di persone.
In alcune realtà, come in Brasile, sono esplose le contraddizioni estreme della diseguaglianza strutturale e dell’esclusione: la crisi sanitaria accelera la crisi economica e quella della governabilità. Nei passati decenni gli sforzi di tante iniziative di promozione umana e di sviluppo, le fatiche dei poveri accanto ad esse, hanno conseguito risultati molto importanti; evidenza di come una azione svolta con intelligenza, coinvolgimento, trasferendo competenze e responsabilità, cambia il destino di molti, sfuggiti alla miseria e alla fame, entrati a scuola... Ma ciò che è sotto gli occhi di tutti è quanto le situazioni restino ancora in un equilibrio precario e vulnerabile. Dove la miseria è la grande nemica della salute.

È il caso soprattutto delle grandi città cresciute a dismisura dove le persone vivono miseramente e in aree ad alta densità. In tali condizioni limitare movimento e assembramento, chiedere distanziamento fisico, finisce per non avere significato. Quando anche l’economia informale si blocca, senza risparmi su cui contare come margine di manovra, molti abbandonano i centri urbani per tornare nei villaggi di origine, dove la sussistenza è meno cara, e meno colpita dalla speculazione commerciale che rapidamente si fa avanti in un circolo vizioso. E anche questo aggrava il problema sanitario, nella impossibilità di rispettare regole base di prevenzione.
Qualcosa di meglio è invece proprio nelle comunità rurali, piccole o meno, – non a caso da preservare e far crescere –, dove la fame si è fatta meno strada; chi ha potuto percorrere un cammino di sviluppo ha acquisito quantomeno una certa sicurezza alimentare, che anche problemi di logistica e trasporti causati dalle “chiusure” colpiscono meno. Non risparmiando purtroppo la gestione delle eccedenze, in questo momento più difficili da collocare sul mercato.

Risposte di lungo termine
Si aiuta a gestire l’emergenza prevenendo la diffusione del virus con disponibilità di acqua, sapone, mascherine, disinfettanti; informando correttamente sulle regole da seguire, assistendo emergenze alimentari. Ma questo è un di più che non deve far perdere la prospettiva di una emergenza a lungo termine: eliminare la miseria. Solo promuovere sviluppo con rinnovato impegno è la reale risposta. Ciò che l’emergenza sanitaria sta scatenando è, una volta di più, il sintomo di questa primaria e immediata necessità. Quanto finora realizzato, e i reali e diffusi benefici stabilmente apportati, ne è la prova. Ma è un percorso prioritario, che deve prendere maggior forza, per risultati ancora più stabilmente incisivi.
Nello scenario di oggi una scuola chiusa, per molti può poi esserlo per sempre: strada in discesa per il ritorno della miseria. Ma da una scuola che veramente educhi sviluppando la persona e la comunità solidale, da un dispensario, da una fontana di acqua sicura per il consumo, da un campo ben coltivato e produttivo, un mercato accessibile a condizioni eque, viene il futuro.
I poveri sono ben consapevoli che a loro compete, giorno per giorno, faticosamente ma incessantemente, costruire per se stessi e le loro famiglie. Continuare con le iniziative in corso, costruirne delle nuove: il sogno di un mondo diverso passa attraverso intelligenza, metodo e costanza.


Mauro Palombo
NP agosto / settembre 2020



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