Uomini-bandiera …al vento

Pubblicato il 22-09-2011

di Andrea Gotico


Sarà anche vero che gli atti teppistici isolati non possono costituire lo "spaccato" di un intero settore, ma in certi fatti recenti di violenza leggo la conferma di una realtà ormai tristemente consolidata.

...Carlo Nesti

 

Continua ad aumentare, di anno in anno, la distanza "sentimentale" fra il calciatore, sempre più ricco e sempre più mercenario (troppe maglie diverse durante la carriera), e il tifoso. Da una parte, registro di persona, soprattutto oltre i trent'anni, una crescente disaffezione per il gioco, motivata dai livelli eccessivi degli ingaggi e del business in generale. Dall'altra, chi credeva che la gente si sarebbe abituata alla mobilità dei giocatori si è sbagliato, perché il tifo è amore, e la mancanza di uomini-bandiera uccide il rapporto di fiducia.
Anche in questa chiave, se permettete, inquadro un fenomeno che sta purtroppo prendendo piede, visto ora vengono contestati più i calciatori dei dirigenti, dagli insulti agli schiaffi fino alle bombe-carta. Per tutti questi motivi, mi ha colpito l'iniziativa di Giuseppe Pancaro della Lazio, che nei giorni scorsi, con un gruppo di amici, ha rilevato la proprietà dell'S.S. Calcio Locri, suo club di origine. La società stava per fallire, e il laterale biancoceleste ha accolto l'invito del suo vecchio allenatore, quello che gli aveva insegnato a giocare da bambino, salvandola da baratro.
Fermo restando che si tratta di un gesto nobilissimo, che merita di essere applaudito, ci sono due aspetti della notizia che balzano in primo piano come novità assoluta. La ricchezza dei giocatori di Serie A apre dunque un nuovo scenario, nel senso che ora gli atleti possono ambire, almeno a livello di club medio-piccoli, ad un nuovo mestiere: quello di presidente. Inoltre, mettersi dalla parte di chi gestisce la società, significa cercare di recuperare il rapporto con i tifosi, perché il potere economico dei dirigenti viene festeggiato, e non sopportato.
Per il resto, si conferma un dato di fatto che rende completamente differente l'immagine del calciatore di oggi, rispetto al passato, quello in cui la fine della carriera era un trauma insuperabile. Oggi troviamo l'ex atleta nei panni di allenatore, general manager, opinionista e imprenditore, mentre domani in quelli di presidente, perché soldi alla mano, si sa, tutto diventa possibile.
Carlo Nesti www.carlonesti.it

 

 

 

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