Un po' di Po

Pubblicato il 14-11-2022

di Redazione Sermig

Icona e memoria di una città

In assenza di mare a Torino abbiamo il fiume Po che, assieme alla Dora, ci ricordano che del lungo mare noi torinesi ne possiamo fare anche a meno.

Il Lungo Po non è meno formidabile del Lungo Senna o del Lungo Tevere: il fiume torinese ancor di più, è sempre stato il vaso di argilla dove si dissetano le radici della città, ex industriale, e della sua celebre collina sovrastante. Per fortuna che nel secolo scorso questa passeggiata fluviale è stato ritratta da M. Antonioni nelle Amiche, senza scordarsi della prima inquadratura che apre Profumo di donna di Dino Risi: ma che ne direbbe oggi, nel vederlo così asciutto, lo sguardo austero e malinconico di Cesare Pavese?

Anche a me come a tutti i torinesi osservarlo in questo stato desolante mette tristezza, perché probabilmente la visione arida inquina le nostre certezze, i nostri giovanili ricordi. Le passeggiate con la prima morosa, e le serate di san Lorenzo con la città raccolta attorno al Fiume, per veder riflettersi sullo specchio d’acqua corrente la mole Antonelliana in mezzo ai fuochi artificiali.

Ecco, questo è un segno evidente del cambiamento climatico in corso. Sono stimmate che fanno male, non bisogna accettare che diventino irreversibili. Il mio augurio è che in futuro Torino non si trasformi in una replica del Cairo, poco importa se a confermarlo manca la vista delle piramidi… vero è, che il Museo Egizio ce l’abbiamo già! Ci mancava soltanto il caldo del deserto per completare questa surreale cartolina.

Luca Periotto

NP Agosto-Settembre 2022

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