Un patto per un nuovo inizio

Pubblicato il 19-03-2024

di Gian Maria Ricciardi

Succede non solo a fine anno che qualche anziano chiami il 113 o il 112 per avere compagnia. È una sconfitta per tutti. È l’alba della crisi di una società sempre di più priva dei valori del passato. Papa Francesco dice: «Dimenticare il passato è come un albero con i rami secchi che si affaccia al futuro». E Indro Montanelli: «Non c’è domani senza il ieri. Sono gli effetti di ciò che Orwell aveva, quasi un secolo fa, immaginato.

È triste ma è così! Sono passati almeno dieci assetti politici, abbiamo avuto papi straordinari come san Giovanni Paolo II e Ratzinger, è arrivato poi da oltre dieci anni Francesco, ma la solitudine dei nostri anziani è sempre la stessa: uguale, sanguinante, piena di lacrime. Ed è giusto chiedersi: «Perché?» Sono tanti i suoi volti quante sono le persone. C’è chi la cerca, chi la subisce. Chi soffre per la mancanza di un legame affettivo e il progetto di una famiglia, chi no. Chi sta male dopo pochi giorni di mancanza di contatti sociali, chi ne fa volentieri a meno, anche a lungo.

Un’indagine dell’Unione Europea conferma che è in corso “un’epidemia di solitudine”. La solitudine è più diffusa in Irlanda, con circa il 20% che dichiara di sentirsi solo. I livelli più bassi sono stati osservati nei Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Croazia e Austria.

Ma l’Italia è tra i primi ad avere più deserti dell’anima. I più colpiti? Anziani e disabili. Da Recanati la storia tristissima di due sorelle morte di stenti nella loro casa, ritrovate “per caso” un anno dopo. 12 persone sono già morte finora in strada nella civile Italia per fragilità e freddo.
Il Covid passa, l’isolamento resta. Per fortuna adesso si sta correndo ai ripari. Sbocciano le prime esperienze dei “badanti di condominio”, “gli infermieri di comunità”, le “portinerie sociali”, le reti di assistenza o anche di colloquio via telefono, i “condomini solidali” (pochissimi!!) nei quali si condivide molto, molto di più del normale facendo giustizia dei tre milioni di cause civili in alto mare, molte delle quali tra vicini. La solitudine è una delle emergenze più devastanti di questa società già affannata per il lavoro che scarseggia, la sanità pubblica in difficoltà, la povertà in crescita. E, forse, ci vorrà tutta la fantasia italiana per risolverla o per lo meno imbrigliarla.
Gli anziani soli finiscono per annoiarsi, si sentono inutili e si rendono conto di non avere obiettivi quotidiani. Spesso la solitudine è un sentimento che investe anche le coppie durante la terza età. I coniugi possono sostenersi a vicenda quotidianamente, ma non è raro che non ricevano più visite e non siano più in contatto con altre persone.

È possibile spezzare questo circolo vizioso? Si. Nessuno si salva da solo. Gli anziani non possono sconfiggere la solitudine da soli. I gruppi di volontariato fanno salti mortali ma i loro sforzi non bastano. La politica si deve rendere conto che se dopo il Covid per il lavoro si riparte dai giovani, per una società con qualche sorriso in più ci vuole un patto tra giovani e anziani, un patto tra generazioni come nel dopoguerra.


Gian Mario Ricciardi
NP febbraio 2024

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