Un esercito di maestre

Pubblicato il 12-05-2023

di Roberto Lerda

Ormai da settimane in televisione, sui giornali, nei social rimbalzano continuamente notizie, riflessioni e interviste sull’arresto del superlatitante boss Matteo Messina Denaro. C’è chi ha sostenuto le teorie più disparate: che si sia fatto trovare perché malato, che lo abbiano consegnato o che semplicemente lo Stato sia riuscito a compiere la giustizia. Quel che è certo è che – a livello delle dinamiche grandi – questo arresto segna un passaggio decisivo nel percorso di lotta alla mafia, anche dal punto di vista simbolico.

Il vero problema è cercare di sradicare anche nel piccolo una mentalità corrotta e mafiosa e risvegliare la coscienza dei singoli. Mi ha colpito molto sentire le interviste agli abitanti del paese del boss, Castelvetrano; le risposte sono state molteplici: da «Potevano prenderlo prima» a «È una grande vittoria» (alcuni sono persino scesi in piazza a brindare), da «Non mi interessa» a «Per me è una brava persona». È sconvolgente pensare quanto siano radicati certi mali da non riuscire ad avere gli occhi puliti per vedere la realtà. Ed è una delle grandi sconfitte provocate dalla mafia!

Tra tutti loro anche una donna imprenditrice, Elena Ferraro (foto), l’unica della zona a opporsi convintamente e pubblicamente alla mafia, nello specifico al cugino di Matteo, Mario Messina Denaro (poi arrestato nel 2013). Racconta: «Mi fece una richiesta particolare: il mio centro di radiologia doveva diventare una lavatrice per ripulire il denaro sporco proveniente da affari illeciti e i soldi sarebbero serviti in primis per mantenere la latitanza dell’allora latitante Matteo Messina Denaro e poi anche per mantenere e sostenere le famiglie dei carcerati. Io dissi subito di no e denunciai presso la squadra mobile di Trapani». E conclude lanciando un messaggio: «Vivo tranquillamente e non mi è accaduto nulla; se abbiamo fiducia nello Stato, nelle forze dell’ordine e nella magistratura è possibile opporci».

Questo male radicato si può combattere solo con la fiducia e con l’istruzione dal basso; come diceva lo scrittore Gesualdo Bufalino: «La mafia sarà sconfitta da un esercito di maestre elementari».
 

Roberto Lerda
NP febbraio 2023

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