Siamo perdenti?

Pubblicato il 23-11-2021

di Max Laudadio

Scrivo seduto nella mia macchina ferma in un parcheggio di un grande ospedale, l'aria condizionata è al massimo e oltre il vetro ci sono 35.5 gradi, fuori non si respira. Sto aspettando mia sorella, alla quale il destino continua a riservare giorni di sofferenza, ma lei non molla e continua a combattere.
Mi domando spesso come faccia, dove trovi la forza o l'energia necessaria per andare avanti. E poi finisco sempre per ripetere la stessa frase: lei ha capito il vero significato della vita e cerca di viverla nonostante tutto, amarla nonostante tutto e, nonostante tutto, ringraziarla perché la ritiene un dono.
Mentre mia sorella involontariamente mi insegna a vivere, il mondo sembra però andare in un'altra direzione, verso una meta che non promette niente di buono e che rende tutti noi pesantemente colpevoli. Sì, colpevoli. E dovremmo imparare anche a dirlo provando vergogna.
Da giorni e giorni la tv racconta il dramma vissuto in Afghanistan.

L'ennesima sconfitta di tutti, nessuno escluso, del genere umano intero, messo in ginocchio da quello che definiamo terrorismo islamico ma che in realtà non è altro che la dimostrazione di quanto male serpeggi nelle nostre anime.
Kabul è di nuovo l'emblema del nostro fallimento, sottolineato dalla fuga sotto scorta del presidente.

La tanto sperata democrazia diventa un miraggio e a subirne le conseguenze più gravi saranno gli innocenti, quelli che questa follia non la volevano, gli uomini di buona volontà, le donne e i bambini.
Nel frattempo ad Haiti un nuovo terremoto ha devastato tutto. E sono i corpi esanimi di migliaia di persone che ci ricordano che dallo tsunami del 2010 non abbiamo fatto niente per garantire loro almeno un po' di sicurezza. In più di dieci anni non siamo stati in grado di restituire la dignità ad un popolo flagellato dalla povertà, le malattie, la violenza e il narcotraffico.
Anche qui abbiamo perso e anche qui sono gli innocenti a pagare il conto più salato.

Come se non bastasse, in tutto il mondo da mesi, gli incendi dolosi stanno cancellando ettari ed ettari di vegetazione, destabilizzando l'ecosistema e costringendo gli abitanti di quelle terre a scappare.
Abbiamo perso ancora. Come costantemente perdiamo quando non ci prendiamo la responsabilità diretta sui cambiamenti climatici. Le immagini delle alluvioni, dei maremoti, delle inconsuete piogge tropicali, delle numerose frane, dovrebbero renderci consapevoli, reattivi, concreti nelle risposte, e invece hanno solo la capacità di dimostrare la nostra fragilità, esaltando la nostra piccolezza e puntualizzando la nostra avidità.

E perdenti lo siamo anche quando un essere umano chiede l'elemosina o muore in mare inseguendo la libertà, quando piange perché non può garantire il sostegno alla sua famiglia o subisce violenze, umiliazioni, condizionamenti e ricatti.
Perdenti, perché da perdenti abbiamo deciso di vivere, senza neanche l'umiltà di ammetterlo a noi stessi, e chissà se riusciremo mai a farlo.
Mia sorella però, mi ha anche insegnato che tutto è possibile, e l'ha fatto con le sue battaglie, il suo coraggio, la sua volontà e il suo amore per la vita, e per questo nonostante tutto non riesco a non avere fiducia nell'uomo e nella sua capacità di rinascita.

Credo però che non si possa più continuare ad essere passivi in questo processo di cambiamento ed è necessario che ognuno di noi si impegni in prima persona con determinazione e fiducia. Perché anche pensare che non sia possibile ci rende perdenti e, un perdente, è solo destinato a non trovare mai la felicità.


Max Laudadio
NP agosto / settembre 2021

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