Santità dal basso

Pubblicato il 10-08-2011

di Claudio Maria Picco

Intervista a mons. Italo Castellani, di Claudio Maria Picco - Oggi il santo lo si riconosce subito: dallo sguardo rivolto al cielo e dai piedi ben piantati per terra! Lo dice larcivescovo di Lucca.
 
 
Nella nostra società, liquida e senza ancoraggi, impregnata di relativismo, edonismo, individualismo cè ancora spazio per la santità? Come la si può definire?
Certo che cè spazio per la santità, anzi direi che forse come non mai ce nè un grandissimo bisogno! Proprio perché liquido, poco consistente, il nostro tempo ha disperatamente urgenza di qualcosa di solido, valido, tenace& e che sia anche bello ed affascinante, interessante e che offra pienezza alluomo. Vede, il problema è che il gran vuoto, il niente smerciato per qualcosa, il nichilismo - ormai diffuso soprattutto tra i giovani - ha necessità di essere colmato: cè un bisogno di senso, a mio avviso, assai forte anche se non sempre facilmente espresso, che attraversa il cuore, cioè le emozioni, della gente. Ha visto come le persone si entusiasmano e si emozionano ancora? È il bisogno di qualcosa che riempia il cuore e la vita. Luomo di oggi - non luomo astratto e concettuale, ma la persona concreta, colui che vive sul nostro pianerottolo, o i nostri stessi familiari - anche se possiede tutto o quasi, è avvolto da una grande povertà, accompagnata da una immensa solitudine. La santità, anche se non da sola, è una ricchezza straordinaria a nostra disposizione, una ricchezza che rompe lisolamento e la solitudine. So bene che non è facile parlare della santità cristiana in modo convincente e nuovo alluomo contemporaneo. Il nostro linguaggio sconta su questo tema un certo ritardo rispetto ad altri ambiti della fede. Mi esprimo in sintesi: il cristianesimo scommette la sua verità nellassumere Gesù quale modello di esistenza, di pienezza della vita. Allora diventa facile, si fa per dire, esprimere cosa sia la santità: lumanità di Gesù Cristo è il paradigma di ogni santità. La santità è, dunque, incarnazione dellunica e autentica missione di ogni discepolo di Gesù: quella di continuare, con le opere e con le parole, a testimoniare lamore di Dio per ogni uomo e ogni donna, anche quando ciò costa.

 

santa Margherita da CortonaIl volto dei santi: vangelo per il nostro tempo. Chi sono i santi di oggi?
Sono uomini e donne con i piedi per terra! Proprio perché espressione dellamore di Dio per lumanità, i santi di oggi - e ce ne sono davvero tanti - sono persone che vivono in pienezza e con grande consapevolezza la storia, le loro vicende personali e quelle di chi hanno accanto. Lo ribadisco: con i piedi per terra! Il richiamo alla concretezza, alla storia, esprime il luogo, il dove il discepolo del Signore orienta la sua attenzione ed il suo impegno. A me piace pensare alla santità della porta accanto, alla santità della ferialità, dei piccoli e semplici gesti: ma lo sa quanti santi  che non saranno mai canonizzati - incontriamo ogni giorno? E pensi che li possiamo anche riconoscere: dallo sguardo, libero, accogliente e rivolto verso lAlto; e dai piedi, ben piantati per terra! Il mondo doggi ha bisogno di santi così. Non persone che giudicano gli altri e danno lezioni su come si debba vivere, ma persone aperte a tutti, amano gli altri, accettano il mondo e per il mondo diventano unautentica speranza. La speranza che viene dal mistero di Cristo che ci ha inseriti nella vita di Dio, il Santo!

Cè un santo a cui lei è affezionato?
Santa Margherita da Cortona e santa Gemma di Lucca sono le due Sante, tra altri, alla cui testimonianza ispiro la mia vita e alle quali affido il mio cammino di vita cristiana e il mio ministero episcopale. Perché? La risposta è semplice. Luna, santa Margherita da Cortona, perché sono originario di quella città verso la quale il Signore la guidò ed ove maturò una vita in santità. I miei genitori, sin da bambino, spesso e soprattutto nei momenti nei quali la nostra famiglia aveva particolare bisogno dinvocare laiuto di Dio, mi hanno condotto presso il suo santuario per pregare e invocare la mediazione della nostra Santa. Dico della nostra Santa, perché così, dopo quasi otto secoli (la Santa nasce nel 1247) è sentita profondamente dal popolo cortonese. Tanto è nel cuore della gente, giovani e adulti, che presso il santuario non cè momento che non ci sia qualcuno in preghiera silenziosa. Per esprimere tutto questo con il paradosso di una fede semplice, mi piace ricordare con commozione la confessione di un anziano contadino della mia parrocchia di campagna, allora io giovane prete, che così accusava il suo peccato: Ho bestemmiato!& Ma non santa Margherita!.
Santa Margherita è una Santa attuale: ci è contemporanea per la sua testimonianza. La sua vita affettiva è infatti segnata, sin da giovanissima, da una relazione sbagliata con il dono di un bambino fuori dal matrimonio. Quella situazione, che non le dà pace, è il luogo di salvezza attraverso il quale Dio la chiama a riprendere il filo della sua vita, ispirandosi al carisma di Francesco dAssisi come terziaria francescana: la sua vita passa per una preghiera intensa e un dialogo commovente con il Cristo crocifisso, una vita donata nel servizio ai poveri della città e per portare pace tra le famiglie e sanare le contese civili del tempo. S. Gemma, la cui immagine sin da bambino era presente nella mia casa, di fatto è la mia Santa che mi ha adottato in quanto perla di santità della diocesi di Lucca, ove sono stato chiamato a svolgere il mio ministero episcopale. Gemma vive soltanto 22 anni (1878-1903), e la sua vita è segnata e interamente donata, in un continuo dialogo mistico con il Signore, da due Amori: Dio e il prossimo, in particolare coloro che faticano ad amare Dio. Due Sante attualissime  S. Margherita da Cortona e S. Gemma di Lucca  soprattutto per i giovani nativamente cercatori di Dio. E le mie Sante ci testimoniano che, senza relazioni di Amore secondo Dio, oggi siamo tutti a rischio&

santa Gemma di LuccaCosè la santità per i giovani?
Non lo so esattamente cosa pensino i giovani quando si parla di santità: onestamente penso che la loro mente vada a tutto il corredo legato agli aspetti esteriori più o meno folklorici delle feste dei santi o alla devozione più o meno colorita. So anche che i giovani non sono attratti dal santo come luomo morale e neppure come uno che osserva semplicemente i comandamenti di Dio. Ma so che i giovani sono estremamente attratti da chi, come un uomo comune, come uno di noi, non accetta di compromettersi con le ragioni secondarie del vivere: successo negli affari, avere una famiglia felice, gloria e affermazione nella società e in questa vita, il potere e il consenso ad ogni costo. Allora mi permetto questa affermazione: per i giovani la santità, a partire dallincontro con Gesù Cristo, è la ricerca della ragioni principali per le quali vale la pena di vivere. Per i giovani la santità è una spinta verso più lontano - duc in altum - e la ricerca per trovare risposte alle domande più importanti sulla vita. Si ricorda, ormai dieci anni fa, il papa Giovanni Paolo II alla GMG 2000 di Roma? Quando disse ai giovani: Non abbiate paura di essere i santi del terzo millennio!, impegnandosi così con tutta la forza per suscitare in tanti cuori il desiderio di santità. E anche il nostro Santo Padre Benedetto XVI durante la sua visita a Colonia ha detto: Nelle vite dei santi, come in un grande libro illustrato, si svela la ricchezza del Vangelo. Essi sono la scia luminosa di Dio che Egli stesso lungo la storia ha tracciato e traccia ancora& Nelle vicende della storia sono stati essi i veri riformatori che tante volte lhanno risollevata dalle valli oscure nelle quali è sempre nuovamente in pericolo di sprofondare; essi lhanno sempre nuovamente illuminata quanto era necessario per dare la possibilità di accettare  magari nel dolore  la parola pronunciata da Dio al termine dellopera della creazione: È cosa buona.

Si può essere santi dal basso della terra? Nelle persecuzioni, nelle favelas, nei gulag, nella fame, nella guerra, nelle discriminazioni?
Si può essere santi ovunque! Anzi, si deve essere santi ovunque! Ricordiamoci cosa ci ha detto il Concilio Vaticano II: Tutti i fedeli di qualsiasi stato o grado sono chiamati alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità (LG, n. 40). Allora la grande meta di tutti i cristiani è la santità. Questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione (1 Tess 4,3). Nei luoghi e nei tempi difficili questa volontà divina è sicuramente agevolata e sostenuta, e richiede la collaborazione e lappoggio di tutta la comunità dei credenti nel Risorto. Cioè di noi, rimanendo con i piedi ben piantati per terra!
Claudio Maria Picco
 
 
 

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