Riscoprire la fiducia

Pubblicato il 09-09-2021

di Redazione Sermig

Forse anche a voi è successo di essere ammalati e ammalati abbastanza gravemente: una broncopolmonite, un mal di gola con febbre altissima, una malaria, una qualunque malattia che vi lascia poi debilitati, stanchi per parecchi giorni. Ebbene, la prima volta che mettete il naso fuori dalla finestra subito dopo la malattia, la prima volta che prendete le scale e ritornate in strada, anche se il tempo è brutto, segna un momento intenso di gioia di vivere.

Si direbbe che la malattia, la sofferenza, le difficoltà abbiano portato a sgomberare il campo dai falsi valori, dalle sovrastrutture, dal consumismo, e abbiano portato a capire la profondità della vita, che è valida in se stessa, anche se accompagnata dall'incertezza di muoversi sulle gambe, dalla difficoltà del respiro, dalla lentezza dei movimenti.

È forse questa sensazione di essere rigenerati che ci accomuna alla vitalità del bambino gioioso. È quasi come rinascere una seconda volta, ma consciamente, e capire ciò che il bambino intuisce: l'importanza della vita, il significato del momento breve, anche del minuto in più che ci viene donato.

Così anche il profumo di un fiore, l'alito del vento, l'osservare una montagna o un'onda frangersi sulla spiaggia, cose comuni che spesso non notiamo nemmeno: in quei momenti diventano profondamente importanti, capaci di trasmetterci una verità che le fatiche quotidiane, la dissipazione delle molte difficoltà ci fanno forse spesso dimenticare anche totalmente.

È il momento in cui, un giorno, un mese, un minuto, un'ora hanno importanza per se stesse al di là dell'importanza del lavoro che si fa, al di là dell'importanza anche del servizio che può essere reso in quel minuto, in quell'ora, in quel giorno, in quel mese.
Si tratta di capire meglio un rapporto con se stessi, con la vita, con il mondo, con Dio. E la sofferenza che ha preceduto questi momenti di gioia è forse essa stessa ad aver preparato la gioia.


Giorgio Ceragioli
da "Progetto" (ora "NP"), 1986, n. 3

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