Prima gli altri poi noi

Pubblicato il 27-03-2019

di dom Luciano Mendes

Dio vuole la sofferenza? Non la vuole. Dio vince il male, il peccato, la sofferenza, la morte. Ma avviene in forma progressiva: Dio sta vincendo il male, Dio sta vincendo il peccato, la sofferenza, la morte. Perché questo sta vincendo? Perché l’uomo esiste nel tempo e Dio concede il “tempo della pazienza” (cfr 2Pt 3,8-9), il tempo in cui stiamo facendo il bene ai fratelli, predicando il Vangelo, la conversione sta avvenendo, l’amore si sta concretizzando, il martirio, la “diaconia” e la “koinonia” si stanno attuando.

Gesù chiede al Padre che ci liberi dal peccato, ma che non ci tolga dal mondo, che rimaniamo nel mondo per fare il bene ai fratelli (cfr. Gv 17,14ss).
La vita di Cristo continua nella vita di quelli che si innestano in lui col battesimo e vivono della sua grazia. Il giusto soffre perché rimane nel mondo dove la sofferenza c’è, e lo fa per salvare i fratelli. Impara ad amare come Cristo ama. La sofferenza intensifica di più la nostra comunione con gli altri. È questo l’amore che salva.

Andremo a sederci al banchetto che Dio ci prepara. Ma, per ora, non ci precipitiamo all’“ora del Padre”. Cerchiamo prima di far entrare gli altri nel Regno di Dio. Solo dopo toccherà a noi. Nel frattempo è il tempo della pazienza, della fraternità e… della vita senza privilegi. “Siamo qui, Signore”. Ci basta la tua grazia e il tuo amore.
Una piccola storia, che per me ha il valore di una parabola. Nel 1959 fui mandato in un villaggio tedesco per sostituire un sacerdote, a causa della rinuncia di un collega all’ultimo momento. Era quasi alla frontiera con il Belgio. E ci andai, ancora mi ricordo, portando un pacchettino con una pera e due pezzi di pane. Avevo un cappotto imprestato da un amico.

Era la prima volta che usavo il clergyman. Il lavoro era intenso e faticoso. Un giorno un parroco vicino mi invitò per una scampagnata con due persone anziane. Dopo un primo tratto, era prevista una sosta per uno spuntino.
Quello che non era previsto era che il piccolo ristorante sulla strada fosse interamente occupato da altri turisti. Così, i poveri vecchietti scesero dal pullman e stettero lì fuori, impazienti, aspettando il loro turno per sedersi al tavolo. Quale non fu il mio stupore vedendo seduto là in fondo alla sala il buon parroco con un immenso bicchiere di birra in mano. Pensai tra me: «Prenditi la birra, sacerdote, ma aspetta un po’, lascia che i vecchietti prendano posto».

 

da scritti di dom Luciano Mendes
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