Dio ha bisogno di noi

Pubblicato il 19-03-2016

di dom Luciano Mendes

Gesù e i discepoli La preghiera di Gesù è per noi, perché la nostra vita sia dedicata agli altri e sia un cammino di santità. Gesù prega il Padre e gli chiede di non portare via i suoi discepoli da questo mondo (Gv 17,15). È una preghiera negativa, come a dire: io non chiedo questo. Ma allora, cosa chiede Gesù? Chiede al Padre di preservarli dal male perché i suoi discepoli hanno un compito da svolgere in questa vita: aiutare gli altri, far del bene agli altri.

Non siamo santi, lo dobbiamo diventare, ma abbiamo questa ragione di vita: essere qui per aiutare gli altri a far sì che arrivino il più vicino possibile al progetto di Dio attraverso la nostra collaborazione. È un’idea che ci deve accompagnare tutta la vita, perché ognuno è responsabile della propria vita. Nel Regno di Dio siamo gli uni per gli altri collaboratori di salvezza e questo fa sì che vi sia una ragione per vivere in questo mondo.

Il fatto che diventiamo buoni, che facciamo del bene, non ci preserva dagli effetti di un mondo che non è ancora convertito, non ci libera dagli effetti negativi di una società violenta e ingiusta, non ci libera dal male, dal ricadere nel peccato. Il mondo continua ad essere un miscuglio di cose buone e di cose sbagliate, peccaminose. Ma essere nel mondo come discepoli di Gesù capaci di entrare nel cuore di Dio, ci fa accettare con una grande forza la volontà di Dio di vivere in un mondo dove le cose tante volte ci fanno soffrire. Quindi diventiamo capaci di offrire le occasioni di sacrificio; questa è per noi una prova d’Amore. Come Gesù entra nel mondo per aiutarci a trovare la pace, la salvezza, la gioia, e superare il peccato, la cattiveria, così i discepoli rimangono in questo mondo per continuare la missione di Gesù facendo il bene.

La nostra vita può essere illuminata dal sapere che Gesù ha pregato per noi. Ha chiesto che noi fossimo consacrati nella verità, prega il Padre perché abbiamo la grazia di fare la sua volontà, ma non ci dà dei privilegi, nel senso che noi siamo nel nostro mondo come gli altri, e il nostro compito è fare sempre il bene. Questo ci dà il coraggio, la pace, la lucidità di capire come inserirci nel mondo, come vivere nel mondo.

Gesù è stato inviato in questo mondo senza essere di questo mondo: anche noi, che non siamo più del mondo ma inviati dentro il mondo, dobbiamo essere riconoscenti a Dio che, come ci dice Paolo all’inizio della lettera agli Efesini, ci ha dato la grazia per vivere da salvati nel mondo: “Per grazia siete salvati mediante la fede … Siamo opera di Dio, creati in Gesù Cristo Gesù per le opere buone, che Dio ha preparato perché in esse camminassimo” (Ef 2,8-10).
Non abbiamo privilegi, ma abbiamo la grazia immensa di sapere il perché siamo in questo mondo: per essere preservati dalle cose che ci disturbano, senza avere facilitazioni e grazie speciali, ma con la grazia fondamentale di essere consacrati nella verità per far del bene agli altri in modo che possano convertirsi e trovare in Gesù la salvezza.


Dom Luciano Mendes de Almeida
da NP
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