Perché c’è ancora speranza
Pubblicato il 13-11-2023
La soddisfazione di essere riusciti a sfamare soprattutto anziani e bambini non ha confine: il grazie che traspare sul loro volto ci ripaga a piene mani
Dal 24 febbraio 2022 il mondo assiste, con un coinvolgimento a livelli diversi a seconda della vicinanza geografica, a una guerra – se possibile ancora più assurda di altre presenti nel frattempo nel mondo –, dovuta all’aggressione russa verso la “sorella” Ucraina. I potenti della Terra stanno ancora oggi assistendo alla tragedia che continua a veder aumentare il numero delle vittime militari e civili di entrambe le parti, unitamente ai costi stellari del conflitto in termini di armamenti e disastro ambientale. Ogni giorno che passa restringe sempre di più come in una tenaglia l’orizzonte di pace dei territori coinvolti. Senza contare che alla fine degli scontri – perché comunque ci si arriverà in qualche modo – continuerà ad allargarsi il fossato d’odio e di rancore tra i due popoli. Come nei Balcani. Cosa resta da fare allora?
Chiudersi nella disillusione/disperazione? Noi che abbiamo la fortuna di abitare un “arsenale della pace” da ormai 40 anni possiamo testimoniare che c’è sempre un tempo per la speranza. Piccola magari a confronto con la vastità del dramma ma tenace. La vediamo ogni giorno nei gesti di solidarietà della gente che aiuta altra gente, senza stancarsi. È come il timone della nave, sempre piccolo rispetto alla grandezza dello scafo; è lui però che permette e ne dirige il movimento. Anche l’uomo ha dentro di sé un timone che indirizza le sue azioni. Sta a ognuno scegliere come manovrarlo. E improvvisamente scoprire che tantissimi sanno farlo nel modo giusto.
DALLA GENTE PER LA GENTE
«Due giorni di viaggio per arrivare martedi 27 a Zaporižžja dove alla sera abbiamo già consegnato materassi, coperte e un po’ di alimentari a un'associazione di volontari che gestisce un enorme scantinato, una sorta di bunker, dove hanno trovato accoglienza decine di profughi delle zone occupate e altre persone terrorizzate dai continui bombardamenti della città. Mercoledì mattina consegna di tutto il materiale sanitario (circa una tonnellata) e di due generatori all'ospedale di Zaporižžja. Poi, indossati i giubbotti antiproiettile e con la scorta dei militari, ci siamo avvicinati al fronte nella zona a sud-est di Zaporižžja in prossimità di Huliaipole. Dopo giri vari su strade complicate per le buche, per il fango e per la chiusura di alcuni tratti risultati troppo pericolosi causa bombardamenti in corso, siamo arrivati a un villaggio dove abbiamo distribuito sacchi di cibo e panettoni a persone affamate, in massima parte anziani, ma molto dignitose nella loro sofferenza. Pianti di commozione al nostro arrivo, sorrisi e abbracci di riconoscenza e il continuo ‘boom’ di sottofondo delle bombe.
Siamo passati a 3/4 km dal fronte ma a Huliaipole (cittadina praticamente rasa al suolo dove avevamo già portato cibo ad aprile) non ci hanno lasciato entrare per il rischio troppo grande di essere intercettati come colonna di aiuti da fermare.
Giovedi mattina di buon’ora abbiamo fatto visita alle suore basiliane che ci hanno accolto con la consueta ospitalità (splendida colazione!!!) nel clima di pace e serenità che caratterizza i loro monasteri. Anche a loro abbiamo lasciato una buona dose di aiuti, soprattutto alimentari, per alleviare le sofferenze della moltitudine di rifugiati e di reduci dal fronte, feriti, mutilati o ancora sotto shock, che da loro si attendono supporto spirituale ma spesso anche materiale.
A seguire siamo andati nella zona di Nikopol', a sud ovest di Zaporižžja sul lato destro del fiume Dnepr (che costituisce line 0). Sulla riva destra gli ucraini, sulla sponda sinistra i russi. Esattamente di fronte a Nikopol', ben visibile sul lato sinistro del fiume (una volta largo chilometri ma ora ridotto a poco più di un fiume secondario a seguito della distruzione della diga a valle) la centrale nucleare di cui tanto si è parlato e si parla ancora in questi giorni. Anche in questa zona consegna di viveri nei villaggi: stesse emozioni, stesse commozioni e stessi abbracci.
Ultima tappa nelle zone a sud di Nikopol', precedentemente occupate e ora liberate. Distruzione ovunque, carri armati bruciati e abbandonati, macerie sotto le quali, dicono, ci sono ancora corpi di soldati russi abbandonati durante la ritirata precipitosa.
Anche qui consegne di sacchi di alimentari e di due generatori per la scuola messa su in fretta e furia dopo la distruzione di quella in esercizio prima della guerra; e anche qui grandi bisogni, grande e commossa riconoscenza e tanta dignità.
Da lì, verso le otto di sera siamo partiti per il rientro a Baia Mare con l'obiettivo di arrivare entro la serata di venerdì per consentire ad alcuni di noi di andare a Cluj in tempo per un volo di sabato mattina presto.
Obiettivo raggiunto … anche se ci è costato guidare ininterrottamente anche durante la notte con solo un paio di ore di sonno sdraiati nei cassoni ormai vuoti dei furgoni... Ma la soddisfazione di essere riusciti a sfamare soprattutto anziani e bambini non ha confine: il grazie che traspare sul loro volto ci ripaga abbondantemente».
A dispetto di tutto, la bussola del cammino indica la speranza.
Marco Rossi
NP Ottobre 2023
Questo è il diario degli aiuti arrivati in Ucraina in soccorso alla popolazione negli ultimi mesi. La gente che aiuta altra gente, senza calcolare la fatica, il rischio, la convenienza. Gratuità pura.
MATERIALE RACCOLTO E DISTRIBUITO
4 furgoni partiti domenica 25 giugno nel pomeriggio da Baia Mare (Romania) ognuno con 2 autisti
più di 3.000 km percorsi in 5 giorni attraversando l'Ucraina in tutta la sua larghezza dall’estremo ovest all’estremo est
8 tonnellate circa di materiale consegnato tra cui:
250 sacchi di cibo vario (sale, riso, pasta, legumi, tonno, carne in scatola e marmellate) pronti per essere distribuiti alle singole famiglie
centinaia di panettoni
scatole di legumi, riso, pasta
scatole di cibo per l'infanzia
farmaci e altro materiale sanitario
materassi e coperte
pannolini per bambini e pannoloni per adulti
7 generatori (2 all'ospedale di Zaporižžja, 2 ad una scuola nei territori liberati e altri 3 nei diversi villaggi vicino al fronte)
Ai nostri si sono aggiunti 2 ulteriori furgoni dell'associazione ucraina con cui collaboriamo con altre 5 tonnellate di materiale in buona parte derivante dalle donazioni Sermig.