Per una nuova scuola

Pubblicato il 17-09-2021

di Roberto Lerda

Siamo in un momento in cui tutti parlano di scuola a causa delle continue chiusure e riaperture imposte dalla pandemia e dall'andamento dei contagi. I dati ci forniscono un quadro di tanti ragazzi in difficoltà con la didattica a distanza, con notevoli differenze da scuola a scuola e da luogo a luogo. Sta aumentando la dispersione scolastica, diminuisce il rendimento e l'attenzione in classe, aumentano i casi di violenza e ci sono più insicurezze anche a livello psicologico.

Ci troviamo, insomma, a fronteggiare una situazione allarmante e senza precedenti.
È passato ormai più di un anno dalla prima e più lunga chiusura, che ha riguardato indistintamente tutta l'Italia nella scorsa primavera.
Poi quest'anno, che tutti auspicavano più positivo, si è rivelato molto simile allo scorso e caratterizzato dalla didattica "a singhiozzo": continue chiusure e riaperture. Ma la domanda che ci poniamo oggi, in un periodo in cui tutto sembra migliorare, è: la scuola cosa ha imparato? E quali sono le prospettive per una "nuova scuola"?

Certamente non possiamo far finta che la pandemia sia una parentesi e che, una volta conclusa, tutto torni come prima. Dovremmo migliorare, crescere, imparare anche da questo.
Tra le recenti nomine di Alfieri della Repubblica (onorificenza rivolta a minorenni che si sono distinti per azioni di solidarietà) troviamo la storia di Silvia Artuso, bambina bergamasca di 9 anni, che durante il lockdown trasmetteva forza e speranza ai compagni inviando loro ogni giorno la lettura videoregistrata di un brano di un libro a lei caro. E un'altra bergamasca, Silvia Cavalleri, si è presa cura di un compagno disabile riuscendo a non farlo sentire solo e aiutandolo superare anche il dolore per la perdita del padre.

Queste due storie ci insegnano i due ingredienti fondamentali da cui ripartire: il primo è la passione, cioè riconoscere la bellezza delle capacità di ognuno e mettersi in gioco per farle fruttare; il secondo sono le relazioni, cioè la fiducia reciproca, l'aiuto vicendevole, il diventare amici accogliendo le difficoltà e superandole insieme.
Se la scuola ha imparato, o meglio riscoperto, questi due pilastri, allora sarà davvero una nuova scuola.


Roberto Lerda
NP maggio 2021

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