Nuovi Mondi di cartoon

Pubblicato il 12-09-2011

di Andrea Gotico


Pierpaolo Rovero, disegnatore (il “papà” di Yonas e Senait), si racconta; di fronte a lui Francesca, 17 anni, che sogna di intraprendere la sua stessa strada.

a cura della redazione

 

Ha iniziato il suo percorso di disegnatore lavorando in Disney, 10 anni fa. Il suo desiderio era però di arrivare a disegnare storie sue, con un suo segno grafico. Così abbandona la Disney ed arrischia un nuovo inizio: “Col fumetto bisogna pubblicare tanto ed essere molto veloci (non si è pagati a ore, ma per quanto produci). Bisogna lavorare come disegnatore a 360°, tenendo presente sempre qual è l’occhio del mercato, perché gli stili che piacciono si evolvono col tempo! Lavorando tanto e in modo continuativo ti assesti, fai un tuo tratto, ti rendi riconoscibile, poi se le cose funzionano fai solo un tipo di disegno, un tipo di storia: il tuo. Sono fasi lunghe...”.

Il lavoro adesso non gli manca: pubblicità, e, tra altri progetti, una serie in numerosi volumi per la Francia: “Sono andato in Francia per proporre un mio romanzo a fumetti, che da tempo voglio realizzare. Invece mi hanno domandato di disegnare la storia di un altro romanziere… E’ un modo per acquisire la nazionalità artistica francese.” Anche qui ci sono dei costi allora? “Proprio così: non si può dire “faccio l’artista maledetto e faccio quello che voglio”. Si deve entrare in una logica e poi produrre per un pubblico, a cui deve piacere. Questo uno ce lo deve avere chiaro, altrimenti rischia di farsi delle illusioni, di credere di essere un “personaggio” tanto da poter fare cose strane. È un lavoro come un qualsiasi altro lavoro”.

Quante ore al giorno richiede questo lavoro? “Non ci sono orari, te li devi imporre tu, non puoi pensare di fare del lavoro la tua vita. Se una cosa ti piace la faresti sempre, per cui devi saperti limitare, ti devi saper gestire. Io lavoro su progetti con delle scadenze, quindi sotto la pressione dell’ultimo minuto devo lavorare anche 15 ore al giorno.” Guarda Francesca e aggiunge: “Devi imparare a pianificare la tua passione, se non la razionalizzi diventi troppo emotivo e quindi perdi del tempo: devi appassionarti tenendo dei ritmi. Io disegno tanto, non c’è mai un giorno in cui dico “non ho voglia”, sono più i momenti in cui dico “non ho voglia di andare a farmi da mangiare”.

Fare fumetti è come giocare alla playstation: ti diverte, ti appassiona, è un mondo in cui stai bene e finisci col non aver bisogno di uscire la sera o di staccare. I miei amici tornano stanchi dal lavoro, hanno bisogno di andare in palestra, di uscire, invece io alla fine della giornata non mi sento stressato. È rischioso però…”.
Come nasce un personaggio? “Il personaggio lo devi sentire dentro, lo devi disegnare tanto finché senti che è tuo. Nel disegno uno fa uscire se stesso. Dicono che molti personaggi dei miei fumetti mi assomiglino…”.

E l’ispirazione per le storie? “Devi saperti fermare a pensare a quello che fai. All’inizio io pensavo che fosse necessario guardare tanti film, andare a tante mostre, poi ho capito che abbiamo già tante cose in testa che è più importante organizzarle e avere un idea chiara di dove si vuol andare, piuttosto che avere tanti input e poi perdersi. Fermarsi a pensare in che direzione vuoi andare come disegnatore è fondamentale. Non sei un automa che disegna. Entri dentro di te e poi fai uscire qualcosa”. Il sorriso si fa più ampio: “Il bello del mio lavoro è che si può migliorare in continuazione. Ogni giorno sei davanti ad un foglio bianco e puoi ricreare un mondo diverso. Il disegno segue i tempi della vita, uno deve avere le idee chiare su dove vuole arrivare ma rispettando i propri tempi!”.
Auguri allora, ai tempi di Pierpaolo e ai tempi di Francesca.

www.pierpaolorovero.com

a cura della redazione
da Nuovo Progetto gennaio 2006

 

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