Ne parliamo poi

Pubblicato il 09-08-2012

di Mauro Tabasso

di Mauro Tabasso - Giovani promesse e bambini prodigio, per loro è più difficile mantenere il successo. (Da NP - gennaio 2011)


Da quando mio figlio fa il liceo, i miei ritmi giornalieri hanno subìto un più che sensibile peggioramento. Al mattino ci tocca uscire insieme un’ora prima per non rischiare di rimanere imbottigliati nel traffico a invecchiare anni in botti di lamiera (le auto). Colazione
La colazione della truppa è affar mio. Ogni mattina mi sveglio prima, la preparo, la servo, loro la consumano e il più delle volte io salto. Ma quando arrivo in studio alle 8 circa del mattino, ecco venirmi incontro colui che porta un po’ di bontà nella mia giornata, il fido Gianni che rastrella me e il Boss Claudio e ci offre la colazione pagandola con i buoni pasto che non utilizza. Un vero gentleman.
In effetti dar da mangiare agli affamati è una delle prerogative di un cristiano e la cosa vale anche se l’affamato è un tuo confratello, più che un fratello. Così, mentre sorseggiamo il caffè, si chiacchiera della rava e della fava.

Gianni parla di sport, Claudio tiene lezioni estremamente interessanti e improvvisate di filosofia e/o teologia spicciola. Si va dall’Inter al football, da Tolomeo, alla Patristica, tutte materie in cui sono ignorante come un cinghiale, ma a volte si parla anche di musica.
Forse non sono tanto istruito neanche in quella, tuttavia una certa idea dei fatti credo di averla.
Ieri l’altro, per esempio, Claudio mi ha domandato cosa ne penso di questi programmi tv con i bambini/ragazzi che gareggiano a cantare. Bella domanda. Ora te lo scrivo, cosa penso. Ecco alcune considerazioni in ordine sparso.

I giovani cantanti sono innegabilmente bravi, e, almeno all’apparenza, sembrerebbero decisamente più degni di calcare un palcoscenico rispetto a molti loro colleghi più maturi. Il piccolo, quando dà spettacolo, fa audience.
Lo dimostra la storia della nostra tv, dallo Zecchino d’oro a Chi ha incastrato Peter Pan ?, ma mentre in questi due programmi il bambino fa il bambino, in altri come Ti lascio una canzone (Rai) o l’imitazione Io canto (Mediaset) il bambino non è più tale, ma un ragazzo adolescente o pre-adolescente che sfida gli adulti sul loro terreno di gara, spesso vincendo.

Ti lascioDi conseguenza, o i colleghi adulti sono limitati o sono i ragazzini a essere dei fenomeni, o tutte e due le cose insieme. Alcuni di questi giovani devono ancora mutare la voce. Quando l’avranno fatto, saranno ancora dei fenomeni ?
Qualcuno sta già girando l’Italia e il mondo in tournée. I Tre piccoli tenori, ospiti un anno fa a San Remo, hanno fatto sfigurare ospiti e concorrenti. Gli stessi tre, su invito di Quincy Jones, hanno preso parte a Los Angeles all’incisione di We are the world for Haiti, accanto a star del calibro di Celine Dion, Carlos Santana e Barbra Streisand, ecc. Tutto a un’età che va da 14 a 17 anni… Va beh… Beati loro verrebbe da dire.

Ma chissà perché io ho sempre detestato l’enfant prodige… Primo, perché minava pesantemente la mia già precaria autostima; secondo e motivo molto più importante, perché essere bambini o ragazzi prodigio è tremendamente pericoloso e tremendamente inutile. Pericoloso perché quando a 15 anni hai fatto così tanto, riuscirai ad accettare di essere magari solo un normalissimo ventenne, non più un prodigio ma uno che rema come tutti quanti gli altri? Non più insuperabile come il tonno? Non ti sentirai frustrato o sconfitto se le tue performances smetteranno di fare audience e interesseranno magari solo papà e mamma e i tuoi amici più cari?

bimbiInutile perché essere bambini prodigio non serve assolutamente a niente e a nessuno. Bisogna aspirare a diventare uomini prodigio, capaci di ragionare con la propria testa, dotati di spirito critico e discernimento; uomini con forza di volontà, capaci di esprimere idee e rispettare quelle altrui. Insomma uomini normali, forse non famosi ma certamente con gli attributi (e nonostante l’apparenza il ragionamento vale anche per le gentili signorine).
Ecco, questo serve. Oggi la vita è lunga. Diventare qualcuno anzitempo può essere una condizione insidiosa e poco durevole. Sono cose che bisogna mettere in conto, per evitare un brutto risveglio in un giorno non troppo lontano.
Se la vita fosse un talent show, la gente normale sarebbe spacciata. Ma se sei semplicemente normale e sai accettare serenamente questa normalità, allora, parola mia, sei un fenomeno. 


DIAPASON – Rubrica di Nuovo Progetto

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