Musica equa e solidale…

Pubblicato il 19-05-2013

di Mauro Tabasso

di Mauro Tabasso - Musica e solidarietà, qualche chiarimento.  (NP Giugno/Luglio 2009)

Ieri sera, mentre tornavo a casa, ascoltavo una trasmissione radiofonica condotta da non so chi, con ospite non ricordo chi (molto interessante, eh..?) ma posso dirvi di cosa parlavano: generosità, intesa come virtù, atto d’amore, ecc. . Domani
Tra una chiacchiera e l’altra, hanno poi mandato in onda la canzone Domani 21 aprile 2009, brano di Mauro Pagani, pubblicato su un suo CD (peraltro non molto fortunato) del 2003, recentemente rivisitato, su idea di Jovanotti e Giuliano Sangiorgi (Negramaro), con la partecipazione di numerosissimi artisti italiani, praticamente tutti; si fa prima a elencare chi ne è rimasto fuori.
Potete ascoltare e vedere facilmente il video su Youtube.
I proventi prodotti della canzone, uscita a un mese esatto dal terremoto, come dichiarato dagli artisti, saranno devoluti alla ricostruzione del Conservatorio e del Teatro de L’Aquila. Un’iniziativa senza dubbio lodevole, ma… E’ che in questi casi viene fuori il Capitan Ventosa che è in me
Tanto per cominciare, non so se lo sapete, ma i diritti S.I.A.E. non sono cedibili, per lo meno non in modo diretto, "automatico". Gli stessi, cessano (almeno per la sezione Musica) 70 anni dopo la morte dell’avente diritto. Pensate ora a quella famosa (e bella) canzone "We are the world", incisa nell’ormai lontano 1985.
USA for Africa
si We are the worldchiamava il dream team di cantanti/musicisti americani che interpretarono (a titolo gratuito) la canzone stessa, scritta da Michael Jackson e Lionel Ritchie, e prodotta da Quincy Jones. All’epoca si parlò di cospicui rimborsi spese per qualcuno dei partecipanti all’iniziativa. Stessa sorte toccò in tempi assai più recenti a una delle ultime edizioni del Pavarotti & Friends, quando la missione africana presunta beneficiaria dei proventi raccolti dalla manifestazione, interpellata direttamente nella persona del suo portavoce (come riportarono diversi TG nazionali) dichiarò di avere ricevuto qualcosa come 354 mila lire, a fronte di un evento costato circa 7 miliardi di vecchie lire.
Avete capito bene… Tutto da verificare, poi sia chiaro. In tv come sui giornali non sai mai bene dove sta la verità… Ma a parte questi fatti, We are the world frutta, ad oggi, ai suoi autori/produttori (gli aventi diritto) ancora svariate decine (forse centinaia) di migliaia di dollari. Io mi domando se quei soldi continuano ad arrivare in Africa… Se sì perché, se no com’è, oppure va beh… Eh ? .
Altra riflessione che vorrei invitarvi a fare. Se guardate il video di Domani, vedrete che ci sono tutti, ma proprio tutti… Sarà molto triste chi manca, perché quando ti trovi su un video e su un cd in mezzo a gente come Jovanotti, Giuliano Sangiorgi, Ligabue, Vasco Rossi, Laura Pausini, Elisa, Giusy Ferreri, Antonello Venditti, Ron, Albano, Caparezza, J-Ax e non ricordo più chi, insomma… Se tu ti chiamassi anche solo Alessandro Canino o Alessandra Drusian (Jalisse), vorresti essere anche tu della partita. Ne avresti comunque e certamePoverinte un beneficio, un ritorno di immagine enorme. Ne gioveresti anche se ti costasse qualcosa di tasca. Nella musica e/o nello spettacolo, l’immagine è merce dal valore quantificabile.
Ultima considerazione: l’eventuale beneficenza che il brano produrrà, sarà esclusiva conseguenza della buona fede e della rettitudine degli artisti che vi prendono parte, sulle quali non posso e non voglio esprimermi. In fondo tutti gli aiuti che devolviamo a un ente o all’altro passano dalla buona fede di quest’ultimo (sono ancora poche le Onlus che pubblicano il proprio bilancio…). Ogni artista agirà quindi secondo coscienza.
Sono certo che molti di loro faranno ciò che hanno promesso, e se non dovessero farlo… Beh, cavoli loro. Io comunque credo che la generosità, la beneficenza o semplicemente la solidarietà si esprimano in atti che è bello fare a telecamere spente, senza chiasso. E per compiere gli stessi atti sono necessari importanti requisiti: la buona fede e la gratuità (fare senza aspettarsi nulla in cambio). Requisiti richiesti, d’altra parte, anche e soprattutto a chi "contribuisce", a chi dona: guai a lui/lei, se il dubbio diventa un alibi…
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DIAPASON – Rubrica di Nuovo Progetto

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