La vita è tutta un blues

Pubblicato il 03-04-2015

di Mauro Tabasso

di Mauro Tabasso - La vita è tutta un blues. (NP Gennaio 2014)

Pochi giorni fa in Piazza Castello (Torino), una zingara voleva leggermi la mano. “Senta – le ho detto – vada là, c'è un'edicola. Perché dovrebbe leggermi un arto?”. Non siamo più ai tempi degli antichi Romani, quando si andava dal pescivendolo a comprare un pesce da portare all'indovino che vi leggeva dentro (usanza che sì è tramandata fino ad oggi – il pesce te lo danno senza interiora ma fino a pochi anni fa lo incartavano nel giornale). E poi mani o pesce che sia non voglio conoscere il mio futuro, sono troppo curioso di vedere l'ultima puntata (che spero ancora lontana).

 

Siamo all'inizio di un nuovo capitolo, anno nuovo, vita nuova. A me veramente stava già bene quella “vecchia”. Non perché la mia esistenza sia sempre rosea a prescindere, anzi, a volte non lo è affatto; è una precisa vita di menta, balsamica e profumata, tuttavia è quella che mi sono scelto e che sceglierei ancora se tornassi indietro.

 

Io sono in quella che definisco la mia terza era, il terzo segmento di un percorso, durante il quale ho cambiato rotta in modo importante già due volte in passato, sempre a seguito di eventi traumatici che hanno segnato il mio cammino e messo in pericolo seriamente la mia vita. Ma i problemi sono opportunità (uh, quante opportunità che abbiamo in questo periodo). Tutti desideriamo un cambiamento, ma quanti di noi sono disposti a diventare come vorremmo che fossero gli altri ? Io lavoro con determinazione su me stesso, insisto, provo, sbaglio, cado e mi rialzo. Cerco di perdonarmi, di farmi perdonare se necessario, e di ripartire. Ed è un ciclo che si perpetua, ma ogni volta qualcosa cambia, prende un significato che prima non aveva. Ho capito che per cambiare l'ambiente intorno a me devo prima portare in me il cambiamento. Gli altri sono il mio specchio, e mi restituiscono sempre inesorabilmente ciò che do loro. Se do invidia mi torna odio, se do paura mi torna diffidenza, se do avarizia mi torna povertà. Viceversa se do una cortesia mi torna un favore, se do un sorriso mi torna amore, se do gratitudine mi torna abbondanza.

 

 

A volte anche una fregatura, uno schiaffo, ma che lo crediate o no, la faccenda è quasi matematica, potrei appuntarmi ogni cosa e verificare la diretta e puntuale conseguenza. E' molto più difficile cambiare noi stessi che il mondo, che storicamente parlando non è mai cambiato con la forza ma sempre con l'amore. Ogni rivoluzione ha rovesciato un regime per metterne al posto un altro che dopo qualche tempo ha fatto gli errori del precedente se non di peggio (dalla Rivoluzione francese all'Iran...) Viceversa l'amore, l'altruismo hanno quasi sempre prodotto mutamenti meno evidenti, più lenti, più difficili e travagliati ma più duraturi (Gesù di Nazareth, Buddha, San Francesco d'Assisi, Gandhi, Osho...). Un cambiamento non può essere attuato solo dalla volontà, perché la volontà ha bisogno di essere sostenuta da un sentimento profondo e importante. Rabbia e vendetta sono sentimenti molto potenti, che però, a differenza dell'amore, nuocciono gravemente anche al portatore. Un sentimento ha bisogno a sua volta di essere sostenuto da una grandissima emozione, come quella che possono generare l'arte, la musica, la bellezza, i sogni, l'amicizia, l'amore, la preghiera, la meditazione. Ognuno di noi ha un integratore speciale per l'anima, quella cosa che ci aiuta a renderla più forte e meno vulnerabile ai problemi (ops... Opportunità). Io sto nuovamente imparando ad avere cura della mia anima proprio come faccio con il colesterolo, ad avere a cuore l'igiene della mia mente come già faccio con il copro, selezionando i pensieri e le emozioni come faccio con il cibo. E' una fatica, ma come dice il mio amico Carlo: “La vita è tutta un blues”.

 

 

I

l suono del silenzio spazza via il chiasso che stordisce.

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