La speranza che non delude

Pubblicato il 09-04-2024

di Corrado Avagnina

Sono settimane che preannunciano l’atmosfera primaverile, nonostante non si siano ancora fatti i conti con un inverno che ha perso i suoi connotati abituali, con lo smog in poco incoraggiante risalita. Ma questo contesto stagionale anomalo va a coincidere per i credenti con il percorso quaresimale, in cui avere il realismo dei limiti in cui ci si imbatte, con le fragilità che si fanno sentire, con gli affanni dei chiaroscuri che investono. E chissà se abbiamo ancora l’occasione o il coraggio per guardaci dentro e scoprire ciò che muove davvero la nostra vita? Certo, attraversiamo tempi complicati e controversi. L’orizzonte allargato che ci sta davanti ci porta ombre pesanti, che sanno di guerre, atrocità, ferite, impazzimenti assortiti…

Sintomi di un’umanità quasi smarrita, che tocca con mano una sorta di confusione micidiale, non più in grado di pensare e agire positivo, ma lasciandosi trascinare dal peggio. È una stagione in cui le tenebre si fanno fosche. E non servono i depistaggi su vari fronti mediatici e banali, per quasi spingere a distrarsi e basta. No, i momenti sono penosi e angosciosi. Abbiamo estremo bisogno di ritrovare il bandolo della matassa, ripartendo dalla riconosciuta dignità delle persone, dalla libertà assicurata per i popoli, dalla giustizia che sia realmente per tutti, a partire dai bisogni primari per l’esistenza (come quello di poter lavorare senza rimetterci la vita). La logica dei conflitti, delle armi, delle violenze e sopraffazioni sta inquinando un po’ tutto.

Sembra che non si riesca più a risalire a regole condivise. Il mondo si è fatto, qua e là, esplosivo e scombinato. Senza scordare le piste inedite che le nuove tecnologie stanno aprendo per intaccare quanto di più umano ci connota, ovvero la coscienza, l’intelligenza, la responsabilità, la libertà. Rischiamo parecchio anche su questi territori inesplorati, da affrontare e percorrere con la consapevolezza di essere dentro nodi delicati e cruciali. Di cui le nuove generazioni, un domani non troppo lontano, ci chiederanno conto. E, dentro tutto questo che non ci lascia dormire sonni tranquilli, forse possiamo e dobbiamo cercare gli appigli che valgono. Papa Francesco, in vista del Giubileo del 2025, ci sta chiedendo di diventare «pellegrini di speranza», cioè capaci di camminare dentro questa nostra stagione complessa (e inedita), non venendone travolti o dispersi, ma contando appunto sulla “speranza che non delude”, rintracciandola nell’animo, invocandola nella preghiera, nutrendola di gesti coerenti e coraggiosi. E offrendo segnali forti e mirati, perché attorno a noi proprio la speranza non si spenga ma si riattizzi ancora di più.


Corrado Avagnina
NP marzo 2024

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