Ripensiamoci

Pubblicato il 08-12-2023

di Corrado Avagnina

Sono giorni pesanti quelli che stiamo attraversando. Crepitano le armi. Rialza il tiro il terrorismo. Riesplodono barbarie assortite e terribili. Si moltiplicano le vittime. Si calpestano le persone. Si aggrediscono gli inermi.
Dilagano violenze. Crollano case sotto bombe e missili. Si mortificano e si umiliano gli sfollati. La gente non sa più dove scappare o rifugiarsi. Tornano prassi devastanti come gli assedi.
Si bloccano gli aiuti. Si colpiscono gli ospedali. Muoiono uccisi i bambini…

Per questo buio angosciante si fatica a trovare il bandolo della verità delle cose, e ci sono ancora altre zone d’ombra in cui le tragedie si consumano senza che ci siano riflettori a evidenziarne la gravità estrema. Nel quadrante allargato ora delle crisi in atto, non lontano dalla nostra Europa, per esempio, sono sparite le news sull’esilio forzato di oltre centomila abitanti del Nagorno Karabakh, di origine armena, che sono stati costretti a lasciare tutto, senza scampo, per un domani di incognite paurose.
Senza scordare chi è alla mercè di trafficanti e mafie, nelle traversate del deserto sub-sahariano e nel tentativo di varcare il mare: questi volti in una certa opinione pubblica che va per la maggiore sembra non contino perché ridotti a numero o a fenomeno di cui discutere (senza farsene carico).

Ma su tutto incombe un alone nero: l’odio che alimenta l’insulto, la vendetta, l’irrazionalità. Oggi purtroppo l’odio trova sempre più ramificata cittadinanza. E dilaga la tentazione di farsi prendere dal male, più o meno assoluto, più o meno esibito, più o meno distruttivo. L’odio poi prende colori cupi come quelli del razzismo, della discriminazione, dell’intolleranza.
L’odio stravolge la religione, la estremizza su sponde di disumanità inquietante. L’odio rovescia e intossica i valori della dignità di cui ciascuno è rivestito. L’odio non lascia riconoscere l’altro come compagno di strada, come fratello in umanità. L’odio impedisce e blocca una lingua comune, quella per cui ci si capisce e ci si rispetta. Purtroppo l’odio esibito e praticato va in cerca di ribalte per imporsi senza ritegno come micidiale codice relazionale…
Così, di questi tempi, si spettacolarizza la violenza, lasciando basiti e sconcertati. Ci vuole una svolta. L’ha indicata con parole chiare il sociologo Mauro Magatti sulle pagine di Avvenire: «Serve un’altra idea di mondo che non sia quella che oggi si fa strada da tutte le parti, e cioè che le controversie possono essere risolte dallo scontro armato. È questo che vogliono i terroristi e i dittatori, da sempre: trascinare con i loro disegni criminali il mondo intero nella spirale bellica». Già, e se si riprendesse, allora, in mano la Fratelli tutti di papa Francesco per ripensarsi completamente daccapo nel segno della comune umanità?
 

Corrado Avagnina
NP novembre 2023

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