La gioia di vivere

Pubblicato il 06-03-2023

di Gian Maria Ricciardi

È finito il temporale…». Sì, forse, siamo oltre la metà della notte. Ricordiamo tutti l’autunno-inverno del 2019: l’ululare delle ambulanze, il terrore di vedere infermieri e medici superblindati arrivarci in casa, l’allora premier Giuseppe Conte con il pullover beige fare, visibilmente scosso, conferenze stampa interminabili e incerte. Non c’era vaccino, non c’era speranza. Ora tutto è cambiato! E, allora, lentamente si può cominciare a ritrovare la voglia di vivere.

Gente giovane — È possibile ritrovare il gusto delle castagnate. Sì, quelle piene della serenità innocente nei cortili. Quasi tutti gli oratori hanno riaperto i cancelli e le porte. Gli altri lo faranno presto. Che bello riscoprire i riti della crescita che noi, fortunati, abbiamo avuto: le corse nei prati, i giochi a nascondino, la voglia di sorridere sudati marci ma felici. No, non ha nulla a che vedere con le pur belle lezioni di tennis, le partite a basket,padel... È semplicemente ritrovare la bellezza della vita. Per i giovani è, molto spesso, un ritorno ai “ragazzi della via Paal”, quelli delle bande innocenti che si fronteggiavano nei chiaroscuri dei paesi. Ho visto, nel verde, di fronte casa, tra le colline un tempo della “malora” di Beppe Fenoglio, gli eredi dei ragazzi di via Paal. Hanno cominciato a chiamarsi alle ultime luci dell’autunno. Sono tanti. Si convocano con whatsapp, si dividono in gruppi e giocano ai banditi come noi, 50 anni fa. Che tenerezza! C'è la banda Garibaldi, quella del Re, quella di Robin Hood. Mi sembra, improvvisamente, d'essere tornato sul greto del torrentello dove, anche noi, calzoni corti e bretelle, disegnavamo il nostro mondo e sognavamo il nostro futuro. Lo fanno quasi ogni giorno, prima o dopo i compiti. Come noi. Corrono, urlano, s'arrabbiano, con la serietà dei grandi. Sono così innocenti che a starli a guardare mentre volano da una riva a un albero, verificano le posizioni, decidono le uscite c'è da commuoversi. Una boccata d'ossigeno per chi come me ha macinato cronaca nera per una vita. Quanto sono lontani il bullismo, la droga, le cattiverie, il branco. Che il buon Dio ce li conservi così.

Gente di mondo — Sono l’esercito di chi lavora. Si alzano presto, sudano e corrono. Ma nei fine-settimana tra una corsa in auto a portare i figli e giocare al pallone o a fare danza ritmica, si ritrovano in casa, magari nei garage e fanno festa: con le castagne, la bagna cauda, i porri. Una pastasciutta e via con posate di plastica riciclabile, ma è davvero belli vederlo. È la vita che ritorna.

Gente avanti negli anni — Anche loro sono tornati a uscire. Ripopolano le “università della terza età”, timidamente ma davvero rinverdiscono i vari “pedibus”, le bocciofile, i circoli acli, arci, culturali, teatrali. Quelli di recitazione. Sono espressione della serenità che torna. Ma lo fanno con un altro spirito: quello di chi ha passato tre anni di sospetti, paure, malati e troppi morti. È bello ma se ci crediamo dovremo farlo sempre di più. Sobrietà e semplicità sono due grandi insegnamenti della pandemia che, così sembra, sta sfiorendo. Ed ecco: la torta consumata dopo l’incontro, il ballo liscio, la tombolata, due ciance in libertà che cancellano, piano piano, le ore trascorse dietro i vetri appannati delle finestre a guardare il nulla. Si ricomincia.

Gente di fede — Delle messe via internet conosciamo ogni sfumatura e meno male che ci sono state. Ora però possiamo tornare in chiesa non più mascherati come paracadutisti e il tremore nelle gambe. Chi lo fa scopre tutto come un ritorno alla vita come quando si nuota dal delta o dalla foce verso la sorgente.

Per tutta la gente, giovane, di mondo, avanti negli anni, credenti e non, è bello aver ritrovato la forza di vivere con il cuore. Molti ci diranno che ci vuole tempo. È vero. Ma si può cominciare: e sarà bello!

Gian Mario Ricciardi

ND Dicembre 2022

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