La fame quotidiana

Pubblicato il 09-03-2024

di Stefano Caredda

Nel mondo ci sarebbe cibo a sufficienza per tutti, eppure ogni anno centinaia di migliaia di bambini malnutriti muoiono di morte evitabile.
A livello globale sono 783 milioni le persone che soffrono la fame: è un numero di persone maggiore di quelle che abitano complessivamente nell’Unione Europea e negli Stati Uniti d’America. Rispetto ai dati registrati solo quattro anni fa, prima della pandemia da Covid, l’universo di chi non ha cibo a sufficienza è aumentato di un numero pari a 122 milioni di persone: conflitti, cambiamenti climatici, disuguaglianze strutturali, e le stesse conseguenze della pandemia, sono fra le cause di questo peggioramento.

I dati provenienti dalle Nazioni Unite e dalle sue agenzie raccontano di come manchino nei fatti la determinazione e i finanziamenti necessari per raggiungere l’obiettivo di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite di azzerare la fame entro il 2030. Un traguardo che non sarà raggiunto e che dunque dovrà essere aggiornato. Come già, purtroppo, è avvenuto in passato.

Ma c’è un altro aspetto interessante da mettere in evidenza. Come fa notare il Servizio di monitoraggio finanziario dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA) e lo Strumento di monitoraggio della popolazione per la classificazione della fase di sicurezza alimentare integrata (IPC), se prendiamo i 17 Paesi che nel 2022 si trovavano ad affrontare i livelli peggiori di fame, e per i quali sono stati lanciati appelli a un immediato finanziamento delle azioni per contrastare la mancanza di cibo, si scopre che in realtà nessuno di questi appelli è stato interamente soddisfatto. Solo il 12% dei programmi legati alla fame ha ricevuto più della metà delle risorse finanziarie necessarie e richieste. In questi 17 Stati (si tratta di Afghanistan, Burundi, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Guatemala, Haiti, Honduras, Kenya, Libano, Madagascar, Malawi, Mozambico, Pakistan, Somalia, Sud Sudan, Sudan e Yemen) la proporzione generale parla del 35% delle richieste di aiuto finanziario soddisfatte, e dunque di un 65% rimaste inascoltate. Secondo i calcoli, sarebbero necessari oltre 8 miliardi di euro per finanziare completamente gli appelli relativi all’emergenza fame dei 17 Paesi più in difficoltà, ovvero – il paragone sgomenta, come sempre accade in questi casi – la stessa cifra che si stima abbiano speso gli italiani per i regali di Natale nel 2023.

Agli inizi del 2024, dunque, la fotografia complessiva del pianeta (oltre ai 17 Stati più in difficoltà, evidentemente, anche molte altre nazioni vivono criticità relative alla mancanza di disponibilità di alimenti) è quella che racconta di una persona su dieci sulla faccia della Terra per la quale la fame è una sfida e una preoccupazione quotidiana. Africa, Asia occidentale, Caraibi i luoghi in cui le difficoltà sono maggiori.
 

Stefano Caredda
NP febbraio 2024

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