L’Europa e la sfida digitale
Pubblicato il 16-04-2024
Lo scorso 17 febbraio è entrata in vigore la nuova normativa europea sui servizi digitali che disciplina intermediari e piattaforme come mercati online, social network, piattaforme per la condivisione di contenuti, app store e piattaforme online per viaggi e alloggi. L’obiettivo principale è prevenire le attività illegali e dannose online e la diffusione di notizie false, come anche garantire la sicurezza degli utenti, proteggere i diritti fondamentali e creare un contesto più equo e aperto per le vecchie e nuove piattaforme. In sostanza che significa? Che per la prima volta nell’UE le piattaforme digitali online diventano legalmente responsabili per i contenuti che diffondono e di conseguenza dovranno farsi carico di eliminare i contenuti illegali, bandire le pubblicità che hanno come target i minori e rendere pubbliche le informazioni su come lavorano i rispettivi algoritmi.
L’8 dicembre 2023 il Parlamento Europeo e il Consiglio hanno trovato un accordo politico provvisorio sul Regolamento per l’Intelligenza artificiale, proposto dalla Commissione europea nell’aprile 2021. Si tratta della prima legge al mondo che affronta le numerose sfide poste dallo sviluppo e dalle applicazioni dell’intelligenza artificiale. Si sono progressivamente messi a fuoco i rischi e i beni pubblici da proteggere, da cui è nata l’esigenza di una tutela preventiva rispetto alla mera azione giudiziaria ex post. L’intera legislazione procede a una classificazione in tre categorie di rischi con una variante, fissando responsabilità articolate per ciascuna di esse e per i diversi attori dell’ecosistema dell’intelligenza artificiale, fino a giungere a veri e propri divieti per le applicazioni considerate a rischio non accettabile, come il controllo biometrico di massa in tempo reale negli spazi pubblici o ancora il divieto del controllo emotivo per studenti e lavoratori. Una cosa è infatti l’uso delle informazioni oggi accessibili per indagini di polizia o operazioni antiterrorismo, sotto stretto controllo delle autorità giudiziarie, l’altra è il controllo costante e indiscriminato, che operano già alcuni regimi nel mondo.
Un discorso specifico merita poi quello della IA generativa, tipo ChatGTP, che in futuro potrebbe anche diventare un’arma: i contenuti prodotti con tale tecnologia dovranno essere intanto tracciabili e poi si dovrà procedere a un lavoro di normazione internazionale, per i quali l’Europa ha i titoli a svolgere un ruolo di traino.
Si tratta di materie enormemente complesse, in cui la frontiera tecnologica è in continua espansione e in cui si deve trovare il bilanciamento tra le opportunità che queste conquiste della scienza offrono al progresso economico e civile e la preservazione assoluta delle libertà individuali, della salute, delle convinzioni religiose e politiche e dei processi democratici.
È motivo di orgoglio che ancora una volta l’Europa sappia muoversi da pioniere su frontiere così difficili e sfidanti per l'umano e i valori di una corretta convivenza civile. In un primo tempo l'Europa è stata accusata da grandi interessi del settore o da altre potenze mondiali di voler imporre un nuovo protezionismo antistorico, ma ora tutto il mondo sta procedendo nella direzione di nuove e necessarie regolamentazioni. L’Europa ha aperto ancora una volta la strada, applicando con intelligenza il doppio principio: proteggere i cittadini e promuovere al tempo stesso nuove opportunità per la società tutta e per il mondo delle imprese. Certo il cammino è ancora lungo e qui abbiamo accennato solo ad alcuni dei molti provvedimenti e azioni politiche che l’Europa ha messo in campo in questi anni e che dovranno ancora essere rafforzati ed estesi, anche per favorire la crescita di players europei. Ma la buona notizia è che l’Europa c’è, prima di altri e pioniera in una direzione che è per il bene di tutti.
Luca Jahier
NP marzo 2024