Incontro con Amitav Ghosh
Pubblicato il 19-06-2007
Il Premio Grinzane Cavour e il Sermig "L'etica e il potere delle parole" |
Nato a Calcutta nel 1956, scrittore e antropologo, Amitav Ghosh è uno dei più conosciuti autori indiani in lingua inglese. Cresciuto in Bangladesh (allora Pakistan orientale), Sri Lanka, Iran e India, dopo essersi laureato all’Università di Delhi, studia antropologia sociale a Oxford. Vive attualmente a New York, dove insegna alla Columbia University. Prima di dedicarsi alla narrativa, ha frequentato la Facoltà di Arti di Alessandria ed ha lavorato come giornalista per Indian Express. Il suo romanzo d’esordio è “Il cerchio della ragione” (Garzanti, 1986), con il quale ha vinto il “Prix Médicis Etranger”. È il libro che ha rivelato il talento narrativo dell’autore: sullo sfondo di Calcutta e del Sahara, dilemmi e conflitti antichi e attualissimi fra uomini e ideali, inseguendo utopie e fuggitivi nell'eco di modelli letterari che vengono dalla tradizione indiana e da quella araba, dal Brasile e dal Perù. Con “Le linee d’ombra” (Einaudi, 1990) ha ottenuto il “Sahitya Akademi Award”, il più prestigioso premio letterario indiano. I suoi libri non sanno solo dimostrare come ogni uomo sia un viaggiatore e quanto l’interconnessione delle culture sia regola nel mondo, ma come questa regola sia da sempre quella della storia delle popolazioni. Ci riesce mettendo in parallelo periodi storici lontani e vicini, e portando i diversi piani in collisione, spingendosi fino alla fantascienza nel romanzo che dedica alla sua città, Cromosoma Calcutta (Einaudi, 1996), sottotitolato un romanzo di febbre, delirio e scoperta. Cromosoma Calcutta ha ottenuto nel 1997 l’ “Arthur Clarcke Award” e “Il palazzo degli specchi” (Einaudi, 2001) ha vinto il “Premio internazionale per la fiction” alla Fiera di Francoforte. La sua ultima opera pubblicata è “Circostanze incendiarie” (Neri Pozza, 2006), che raccoglie 17 saggi scritti tra il 1985 e il 2005 su altrettanti avvenimenti che hanno segnato la storia recente. Il filo conduttore del libro è l'impegno di Ghosh che intende la scrittura non semplicemente come atto di evasione, ma come cosciente presa di posizione su quanto accade nella realtà che ci circonda. Un modo, insomma, per incidere e, potendo, per cambiare in meglio il mondo. |