Imparare a dire sì
Pubblicato il 23-12-2023
Si può fare il Sindaco di un paese prendendo ispirazione dall’enciclica Laudato si’ di papa Francesco? Si può sperare che l’ecologia integrale, tanto promossa dal Santo Padre, possa sostituire le nostre abitudini e convivere con gli interessi di una politica sempre più interessata ai soldi che alle persone?
Il vescovo di Roma ci chiama a occuparci del nostro mondo seguendo un principio innovativo, non più basato solo sugli effetti distruttivi dei cambiamenti climatici ma focalizzato sul vero motivo che li ha permessi, offrendo come unica soluzione lo sviluppo culturale, sociale e relazionale delle persone. Ma è difficile da credere.
Non il fatto che la ricetta di papa Francesco possa funzionare, piuttosto che la gente possa essere disposta ad applicarla. In sintesi, il papa cerca di farci comprendere che il mondo non può essere visto come qualcosa da sfruttare, ma dovremmo, con le nostre scelte quotidiane, vedere il nostro pianeta come un amico, un alleato che ci sfama, ci riscalda, ci dona le risorse per lavorare, e ci permette di vivere. Se così fosse, evidentemente, faremmo di tutto per preservarlo. Francesco non si è dimenticato di sottolineare l’importanza delle nostre relazioni, che dovrebbero essere alimentate dal rispetto e dall’amore, nel vero interesse collettivo, ma che invece spesso sono fomentate da egoismo, interessi e potere.
Questo, secondo lui, porterebbe alla distruzione dei rapporti, ma anche della natura, e le conseguenze le staremmo già pagando con i vistosi danni dei cambiamenti climatici o le svariate guerre sparse per il mondo, senza dimenticare quelle dentro le famiglie o nelle piccole comunità.
Mia moglie Loredana (in un altro articolo su NP ho già accennato al suo progetto visionario e alla sua carica di sindaco! e non continuo a nominarla in quanto moglie, lo faccio perché mi piacerebbe che il suo esempio potesse diventare utile per altri sindaci! Chissà!), con la sua scelta di cercare nel Laudato si’ le risposte da applicare nel suo mandato di amministratore pubblico, si trova quotidianamente di fronte a scelte difficili che non sempre appaiono nell’immediato le più “economicamente convenienti”. Ma, se lasciate germogliare, non solo aumentano i guadagni, ma esaltano la socializzazione tra le persone, migliorano il loro benessere interiore, e portano conseguenze positive sull’impatto ecologico di ogni singola azione intrapresa, con conseguente benessere per la natura.
Scegliere di alimentare gli edifici pubblici con fonti sostenibili è logico, come cercare di abbattere le emissioni da fonti di energia fossile, o incentivare ad acquisti consapevoli e di conseguenza virtuosi, perché oramai sono scontati gli effetti che ne derivano. E spingere perché queste misure si attuino velocemente è sacrosanto, e questo vale per tutte quelle azioni che sappiamo essere necessarie per limitare i preoccupanti danni che abbiamo creato. Ma avere il coraggio di arrivare all’obiettivo scegliendo, come mezzo, il sentimento e la cultura è molto più difficile e faticoso. Dedicarsi alla crescita interiore e culturale dei ragazzi o delle loro famiglie, alle problematiche sociali, alle diseguaglianze, alla cultura del bello e del rispetto, alla creazione di una comunità sostenibile, è molto faticoso. E lo è ancora di più se viene fatto con verità, passione, ascolto e gentilezza.
Nei primi due anni del suo mandato, il sindaco Bonora (non ama molto sentirsi chiamare così, preferisce Lolli!), ci sta provando con tutta se stessa, ascoltando le necessità della gente e proponendo loro soluzioni di ecologia integrale, combattendo gli interessi personali, le invidie, le opposizioni e la diffidenza. Ci sta provando, ma ogni tanto barcolla, e ha il desiderio di gettare la spugna. Le succede sempre per la fatica, ma di una tipologia diversa da quella sottolineata precedentemente, quella di cui parlo è solo mentale. Può prendere ognuno di noi e deriva da motivazioni esterne alla nostra volontà: gli interessi personali, l’egocentrismo, il negazionismo, l’invidia, i tempi burocratici, le convinzioni di chi crede che il “Si comincia da 1, quell’uno siamo noi!” sia solo uno slogan, ma mille sono le cause che ci possono far stancare mentalmente e poche le soluzioni per evitarle.
Mia moglie prega. E lo faccio anche io. Non so se questo possa essere utile a tutti, ma una cosa è certa: Lolli non si sente mai sola. E mai come in questa sua missione, nata solo per migliorare il piccolo pezzo di mondo in cui abitiamo, ho capito quanto Dio lavori tramite lei… L’importante è imparare a dire Sì, e mia moglie lo sa.
Max Laudadio
NP novembre 2023