Immacolata e Luciana
Pubblicato il 23-09-2023
Due storie si incrociano tra le persone premiate con l’onorificenza al Merito della Repubblica Italiana dal presidente Mattarella lo scorso marzo. Sono le storie di due donne che aiutano altre donne, due imprenditrici che cercano di creare lavoro per aiutare le detenute a reinserirsi e a riscattarsi. Sono Immacolata Carpinello, fondatrice della cooperativa sociale “Lazzarelle” di Pozzuoli, e Luciana Delle Donne, con la sua Onlus “Made in carcere”.
Racconta Immacolata: «Abbiamo dei percorsi di inserimento lavorativo attraverso un prodotto che è anche l’emblema della nostra città, il caffè. Tutto è frutto di un lavoro collettivo, di tanti collaboratori, delle autorità del carcere e soprattutto delle “lazzarelle”, parte viva della nostra comunità. Noi vogliamo ragionare sempre in termini di opportunità e attraverso il lavoro costruiamo dei percorsi, che ogni donna è libera di seguire o meno anche al termine della pena».
Dall’altra parte, il progetto di Luciana è basato sulla raccolta di tessuti o materiale di scarto, che può diventare materia prima per nuovi prodotti: «È un progetto che ha dato vita a un modello di economia rigenerativa, riparativa e circolare, dove tutto si riusa e si ricicla mettendo al centro il pianeta. Attraverso questi oggetti riusciamo a pagare gli stipendi alle persone che sono in stato di detenzione nelle carceri. Ma non è solo un lavoro di produzione sartoriale e manuale: a noi piace cambiare un po' lo stile di vita delle persone, ricostruire la loro dignità, la loro autostima, la loro consapevolezza, essere in grado di trasferire ai propri figli il senso della fatica del lavoro».
Le parole si incrociano e si completano a vicenda: il bil, cioè “Benessere Interno Lordo”, come lo definisce Luciana, si concretizza nella necessità di far crescere queste iniziative di bene, in cui ogni guadagno viene reinvestito. Le loro storie si parlano, anche se i loro impegni nascono e si concretizzano in territori diversi. Ma chi cammina nella stessa direzione a volte si incontra, forse senza conoscersi, ma ci si riconosce come parte di una stessa storia, di una stessa umanità.
Quell’umanità che crede che è sempre possibile dare una seconda opportunità.
Roberto Lerda
NP giugno / luglio 2023