George Winston - Plains

Pubblicato il 09-08-2012

di gianni

di Gianni Giletti - Fermi tutti, ho un piano Sorridente.
Non stiamo parlando di Facebook, dove impazza una pagina con questo titolo, ma del disco di oggi.
L’autore, George Winston, ha un piano. E sa cosa farne, eccome.
Disco anomalo, ma bellissimo. Pieno di emozioni contrastanti e colorate.
Intanto c’è un solo strumento, un piano appunto. E un solo protagonista, che esegue tutti i brani e ne compone alcuni.
E poi ci sono le perplessità di prima dell’ascolto. Ma come, un disco intero di piano solo, ma sarà una purga mortale, non lo posso reggere etc etc. Ma subito, dal primo brano, le perplessità scompaiono e resta lo stupore.
Come si fa a pensare un disco così ? Mistero.
Ripresomi dallo stupore, mi restano le considerazioni musicali. Un disco così esce a due condizioni, un autore che ha il coraggio e il talento di scrivere cose del genere (arrangiamenti compresi) e un esecutore che si adegui e sappia creare la magia, senza annoiare, raccontando una storia.
Ecco, forse è questo il motivo perché questo disco è strepitoso e non smetteresti mai di ascoltarlo: perché racconta una storia, delle storie anzi, una per brano.
Dopo aver ascoltato questo disco – e altri dello stesso autore, devo ammetterlo – sono pronto a dichiarare che Winston è uno dei massimi pianisti/compositori viventi, perché lui il brano lo fa vivere, prima di tutto sul pentagramma e poi sulla tastiera.
Usa le note come scalpelli per estorcerti delle emozioni. Il senso melodico, l’uso magico dei silenzi, l’alternarsi dei ritmi, i colori, gli sguardi, le emozioni.
Il pianoforte allora diventa una cosa viva.
E ci parla.

Clicca qui per un ascolto.

George WinstonGeorge Winston
Plains
Windham Hill 1999

 

 

 

 

 

 

La Musica che non c'è – Rubrica di Nuovo Progetto

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