Gemelli di Francesco

Pubblicato il 03-02-2024

di Redazione Sermig

Il legame speciale che lega il Sacro Convento di Assisi e l'Arsenale della Pace del Sermig

«Èmotivo di compiacimento il fatto che si sia approfondito il vincolo tra il Sermig e il Sacro Convento di Assisi, e che il comune impegno per la pace nel nome di Cristo sia stato suggellato dallo scambio di due doni quanto mai emblematici: il Crocefisso del refettorio, da parte dei frati, e il tabernacolo ricavato da un forno dell’Arsenale di Torino – ora Arsenale della Pace – da parte del Sermig».
Giovanni Paolo II sottolineava così il 10 dicembre 1997 l’importanza del Gemellaggio tra il Sermig e il Sacro Convento di Assisi.
Tutto cominciò con il terribile terremoto ad Assisi di fine settembre 1997. Le vittime furono otto, quattro delle quali proprio nella basilica. Il desiderio di farci presenti in nome del legame che da anni ci legava con il santo di Assisi fu subito forte. Il Sacro Convento, nella persona del suo custode e amico padre Giulio Berrettoni, propose alla nostra comunità un “gemellaggio di intenti e di fraternità” in nome di San Francesco e della pace.
Il patto venne stipulato il 27 ottobre.
Ernesto Olivero, in una suggestiva e ideale lettera a san Francesco, scrisse: «I tuoi frati ci hanno donato il Crocifisso che li custodiva nel refettorio del convento […] Il Crocifisso, che porta sul costato i segni del sisma (e per questo viene ricordato come Crocifisso ferito, n.d.r.), abiterà nella nostra casa per sempre, come segno tangibile di questo gemellaggio, patto d’amore […]. Sarà per noi il richiamo costante per dire a ogni uomo che la chiave della pace è l’amore, la concordia, il rispetto dell’altro, la giustizia, un amore vissuto alla presenza di Dio che non si stanca di amare i suoi figli, ma vuole che i suoi figli si amino tra loro con una concretezza di gesti. Questo Crocifisso, prima di abitare per sempre all’Arsenale della Pace, ci accompagnerà in un pellegrinaggio attraverso le più importanti città d’Italia come testimonianza di pace e come invito alla conversione, alle soglie del 2000».
Il pellegrinaggio partì da Milano alla presenza del card. Martini, fece tappa a Firenze e Roma dal Papa e si concluse il 29 dicembre ad Assisi.
Sempre ad Assisi, il 27 ottobre dell'anno successivo ci fu la consegna della Bandiera della Pace agli ambasciatori mondiali, e l'Arsenale accolse autorità civili e religiose di Assisi e di Torino in una grande festa: «Il cammino da fare insieme – disse padre Berrettoni – significa trascendenza della pace e vitalità della preghiera, l'osare la pace, il dare spazio alla fantasia e alla creatività.
La pace ha una strada: solidarietà e dialogo. La pace ha delle basi: verità, giustizia, amore e libertà. La pace è un punto di arrivo e di partenza. Non bisogna scoraggiarsi mai».

NELLE IMMAGINI
1. Giulio Berrettoni e Ernesto Olivero consegnano al papa il documento del Gemellaggio e la Bandiera della Pace.

2. Tappa del pellegrinaggio del Crocifisso ferito a Firenze dal card. Silvano Piovanelli. 3. Il refettorio del Sacro Convento subito dopo la scossa del 1997.

4. Progetto n. 9 del 1997 con la cronaca del pellegrinaggio.

5. Assisi, 29 dicembre 1997, consegna della Bandiera della Pace agli ambasciatori.

6. Roma, 10 dicembre 1997, in Vaticano, papa Giovanni Paolo II viene insignito del premio "Uomo di pace del secolo".

7. Padre Berrettoni ed Ernesto Olivero presso la tomba di San Francesco.

ERNESTO OLIVERO: «Noi metteremo sulla tomba di Francesco la Bandiera della pace: guardandola cosa ti ispira questa bandiera?»
PADRE GIULIO BERRETTONI: «Che Francesco continua la sua missione. C’è quell’augurio antico ma sempre nuovo: “Pace e bene”: san Francesco quando andava per le vie d’Italia non faceva prediche lunghe o discorsi difficili: incontrava le persone, gli uomini e le donne e diceva così semplicemente: “Fratello, sorella, il Signore ti dia pace“. A tutti i pellegrini, quasi 6 milioni all’anno, che verranno alla tomba, attraverso questo segno espressivo di una bandiera, ripete: “Fratello, sorella, il Signore ti dia pace“».

                  

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