Fermati alla Nutella

Pubblicato il 15-08-2012

di Mauro Tabasso

Ah, l’equilibrio! Per mantenerlo a volte sentiamo la necessità di un aiutino. Se ci fermiamo alla cioccolata o simili, entro certi limiti ce la caviamo a buon mercato, se invece andiamo oltre, beh…

di Mauro Tabasso

 

Ogni giorno che passa la scienza ce ne insegna una, per esempio che l’acido desossiribonucleico (il DNA, quello fatto a doppia elica) contiene quell’informazione che mai più immaginavi, quel gene bisbetico che causa sbalzi di umore e stati d’animo come la depressione. Il calo di zuccheri nel sangue induce un abbassamento della serotonina, una proteina che può tirarsela, essendo tra le responsabili dell’umore, dell’equilibrio psicofisico, perfino del giramento vorticoso di eliche che ti fa sentire discendente diretto di un hoover-craft.

Per combattere questo fastidioso malessere c’è chi si strafoga di Nutella, di dolci, di caffè, sigarette o altro. Io quando sono più o meno “in equilibrio” riesco a controllare molti dei miei “bisogni” immaginari, ma quando mi girano le pale (nel senso delle eliche), divento simile ad un trincia-sterpi alimentare: mi prende una fame nervosa che triterei di tutto, dalla cioccolata alle acciughe al verde. Ma spesso dopo mezzo vasetto di Nutella ritrovo la ragione, fermandomi sulla linea delle acciughe.

Ah, l’equilibrio! Risolti i nostri bisogni primari, la vita gira più o meno lì attorno. Per mantenerlo a volte sentiamo la necessità di un aiutino. Se ci fermiamo alla cioccolata o simili, entro certi limiti ce la caviamo a buon  mercato, se invece andiamo oltre, beh… Diciamo che rischiamo di entrare in una dipendenza seria. E in fatto di vizi, la mia categoria professionale non è seconda a nessuno. I musicisti, gli artisti in generale, a volte devono la loro fama più agli eccessi che alle opere, e nei secoli è sempre stato così.


Prendiamo ad esempio Mozart. A prescindere dalla sua opera intoccabile, la sua vita è stata a dir poco disordinata. Di equilibrio doveva averne molto poco se non proprio niente, e ricorreva all’alcol per trovare un barlume di serenità, ma vi assicuro che se l’ineguagliabile genio vivesse e lavorasse ai nostri giorni, tirerebbe su più polvere lui in un giorno del Folletto Vorwerk di casa mia. E che dire di Paul Gauguin? Antonio Ligabue? Vincent Van Gogh? Idem o giù di lì. Gli esempi più recenti poi si sprecano: Jimi Hendrix, Janis Joplin, Who, Pink Floyd, Vasco Rossi e mi fermo qui.

Tutti drogati? Beh, qualcuno sì, tanto da lasciarci la pelle, ma è il caso di dire che non possiamo fare di tutta l’erba un fascio… Io penso che tra i così detti artisti, ci sono persone il cui talento, la cui sensibilità diventano spesso auto-distruttivi, impedendo di fatto alla persona di mantenere un certo livello di autocontrollo e quindi di esprimersi al meglio. Le dipendenze, di qualunque genere esse siano (dal sesso, alla droga all’alcol a tutte quante insieme) senza dubbio non aiutano ma danno l’illusione di poter convivere in modo migliore con le proprie paturnie.

Dicono che certi capolavori siano stati scritti sotto l’effetto di chissà cosa. Secondo me è falso. Quando uno è stordito non riesce neanche a calarsi i pantaloni da solo, altro che scrivere capolavori, dai… Oggi, mentre vi scrivo è in pieno svolgimento il festival di Sanremo 2010, e si è fatta una gran bagarre sulla vicenda di Morgan. Dal mio punto di vista, il Signor Castoldi è assolutamente libero di fumarsi quello che vuole per combattere la depressione, dal crak ai calzini di suo fratello dopo la 24 ore di calcetto. Dico sul serio, e non c’è giudizio in me su questo fatto.

Quello che invece mi permetto di giudicare e condannare è la stupidità di certe affermazioni, di certi comportamenti che di fatto sono pubblici, soprattutto se li racconti a un giornalista, che con sul tuo sangue ci fa business. L’esempio che dai potrebbe diventare fonte di ispirazione o giustificazione per altri, e oggi è dimostrato che su 10 tossicodipendenti, 9 hanno cominciato con l’erba. Io sono tutto fuorché un puritano moralista bacchettone borghese perbenista e benpensante. Faccio fatica anch’io (e tanta, ma tanta, non immaginate neppure quanta) a mantenere un equilibrio psico-fisico accettabile, e a questo punto vorrei salutarvi con una provocazione. Ok, hanno silurato Morgan per le sue discutibili ammissioni. Mi spiace per lui, ma cosa succederebbe se, invece che agli Olimpionici di Vancouver, facessimo l’antidoping a tutti i nostri deputati e senatori, o a finanzieri e consiglieri di amministrazioni delle multinazionali, gente che legifera e prende decisioni dalle conseguenze mondiali, attività ben più importanti che scrivere canzoni ? Chi è senza peccato…

 

Da “Nuovo Progetto”

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