Fame d’amore

Pubblicato il 29-06-2023

di Stefano Caredda

I giovanissimi e l'insidia dei disturbi dell’alimentazione: servono più informazione e più supporto.

Sono purtroppo sempre più diffusi, colpiscono fasce sempre più giovani della popolazione e, se non diagnosticati e trattati precocemente, tendono a cronicizzare con effetti gravi su tutto l'organismo, a volte anche letali. I disturbi dell'alimentazione e della nutrizione, come anoressia, bulimia e binge eating (ovvero il disturbo da alimentazione incontrollata) sono in crescita, particolarmente insidiosi soprattutto per i giovanissimi. Fragilità molto forti che trovano spesso impreparate le famiglie.

Di recente, per migliorare l’informazione su questo tema è stata aggiornata la piattaforma online dei centri dedicati alla cura dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione: l'ultimo censimento ha contato, al 28 febbraio 2023, 126 strutture sparse su tutto il territorio nazionale, di cui 112 pubbliche e 14 appartenenti al settore del privato accreditato. Una mappatura territoriale, coordinata dal Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS), realizzata con il supporto tecnico e finanziario del ministero della Salute-CCM.

«La nostra piattaforma web, costantemente aggiornata – afferma la responsabile facente funzione del Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell'ISS, Simona Pichini – è un servizio  prezioso perché offre, in tempo reale, un database dei centri dedicati alla cura di tali disturbi, che prevedono una presa in carica globale e integrata, consentendo così ai cittadini con disturbi della nutrizione e dell'alimentazione, alle loro famiglie, a chi sta loro vicino la possibilità di usufruire di interventi appropriati».

La piattaforma offre informazioni sui servizi ricche di dettagli a partire dalla distribuzione geografica: il maggior numero dei centri (63) si trova nelle regioni del nord (20 in Emilia Romagna e 15 in Lombardia), al centro ve ne sono 23 (di cui 8 nel Lazio e 6 in Umbria), mentre 40 sono distribuiti tra il sud e le isole (12 in Campania e 7 in Sicilia).

Sono 1.491 i professionisti che vi lavorano, nella quasi totalità formati e aggiornati: soprattutto psicologi, psichiatri e neuropsichiatri infantili, infermieri, dietisti, educatori professionali, medici specialisti in nutrizione clinica, internisti o pediatri e altri specialisti (tra tecnici della riabilitazione psichiatrica, assistenti sociali, fisioterapisti e operatori della riabilitazione motoria).

Lo strumento diagnostico più utilizzato nei centri (quasi nove su dieci lo adottano) è il DSM5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali). Una volta fatta la diagnosi, l'offerta integra diverse tipologie di intervento: psicoterapeutico, di monitoraggio della condizione psichico-fisico-nutrizionale, nutrizionale, farmacoterapico, psicoeducativo, di abilitazione o riabilitazione fisica e sociale. Gli interventi psicoterapeutici comprendono approcci individuali, familiari e di gruppo, spesso co-presenti.

La piattaforma è solo un piccolo, seppur importante, aiuto rivolto a tante famiglie e tanti giovanissimi che si trovano a dover affrontare un trauma per lo più inatteso, senza particolari competenze e senza la necessaria conoscenza del panorama dei servizi che possono fornire un supporto valido per affrontare la sfida della malattia.

Stefano Caredda

NP Aprile 2023

A disposizione ci sono 126 strutture sparse sul territorio nazionale con 1.491 professionisti che vi lavorano: psicologi, psichiatri e neuropsichiatri infantili, infermieri, dietisti, educatori professionali, medici specialisti in nutrizione clinica, internisti o pediatri

Questo sito utilizza i cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego. Clicca qui per maggiori dettagli

Ok