Domani è già tardi

Pubblicato il 10-08-2012

di Mauro Tabasso

Di Mauro Tabasso - Se la fretta è nemica delle cose ben fatte, allora io devo starle ben sulle castagne…
Però non è sempre colpa mia, uffa! È che oggi tutto il terziario si muove così. Vi offrono un lavoro, vi chiedono un preventivo, ci mettono tre mesi o più per rispondervi, poi si svegliano di sabato sera e lo vogliono per lunedì mattina presto, se non addirittura per il venerdì prima, tanto la Teoria Generale della Relatività sembra consentire di viaggiare un po' nel tempo, come sono fatti tuoi.
Ma anche per lavorare con Ernesto (Olivero) a volte ci vorrebbe la DeLorean di Marty McFly e Doc Emmett Brown (vedi Ritorno al futuro). Ernesto Olivero
Succede che il nostro Fondatore arriva con un testo che vuole trasformare in canzone entro i 30 nanosecondi successivi, come è accaduto recentemente durante la preparazione dell'Appuntamento Mondiale dei Giovani della Pace di Torino, quando abbiamo prodotto cinque nuovi brani in quattro giorni… Arriva con un testo, dicevo, e me lo fa leggere.
Di solito si scrive prima la musica di una canzone, poi la parte letteraria. Da noi si fa il contrario.
Quando metti in musica un testo devi in qualche modo immaginartelo vestito, e soprattutto devi immaginarti il vestito che gli metterai addosso. Un'orchestra d'archi piuttosto che una chitarra elettrica, una batteria piuttosto che un coro polifonico, o magari tutte le cose insieme. Nel nostro modo di lavorare, il vestito deve letteralmente vestire, e quindi oltre a coprire, riscaldare e proteggere, deve soprattutto mettere a proprio agio il testo come se si trattasse di una persona, deve accoglierlo, valorizzarlo, rendendolo se possibile ancora più interessante, affascinante, intrigante. Ogni strumento diventa un dettaglio dell'arrangiamento/vestito, un accessorio che può contribuire in modo anche decisivo all'immagine del prodotto finale.
Ma, tra le tante possibilità, come scegliere quale abito confezionare?

Giovannino GuareschiGiovanni Guareschi, celebre scrittore italiano del secolo scorso (inventore di Don Camillo e Peppone), raccontò una volta come lui soleva scrivere. Non ricordo le parole esatte, ma il concetto era questo: quando sono a casa e sto piantando un chiodo per appendere un quadro, non mi disturbate, non mi parlate, non vi chiedete cosa sto facendo. Io sto lavorando. Ma non sto piantando un chiodo. Sto pensando a cosa scrivere, a cosa raccontare, a come svolgere la trama. Poi, quando mi siedo alla macchina per scrivere, beh, lì il più è fatto, devo solo metterlo nero su bianco.
Per noi accade più o meno la stessa cosa. Io, per esempio, per farmi venire delle idee mi devo distrarre, fare altro. Passeggiare, leggere, guardare un film, ascoltare dischi o andare in giro. Quando qualcuno apre la porta della mia stanza e io sto guardando un dvd, anch'io sto lavorando, sto pensando. Poi una volta trovata l'idea si tratta di tagliare la stoffa e cucire il vestito.
A differenza del grande Guareschi, io in questa fase ho bisogno di molta concentrazione.
Se devo chiamare dei musicisti a suonare, devo scrivere uno spartito, utilizzare le chiavi e le tonalità giuste per ogni strumento, editare il file anche graficamente affinché chi esegue possa davvero fare in fretta e bene. Poi bisogna limare il testo perché non sempre entra perfettamente nella musica. L'italiano è una lingua con una bassa densità di significato (molto meglio l'inglese, o il latino). In musica di solito ogni sillaba di testo equivale a una nota della melodia (pensate a Fra Martino…).
Quindi se un testo è lungo, complesso, occorre una melodia molto strutturata. Limare un testo di Ernesto richiede lo stesso sforzo necessario per trasformare in pentametri giambici il manuale di istruzioni di Windows 7. Provate. Mauro Tabasso
Poi bisogna solo registrare il tutto, mixare, masterizzare et voilà. Per carità, non è che mi lamenti, sia chiaro. Ho voluto la bici…
Ma in generale in fretta e bene sono due concetti che non vanno d'accordo. A volte, però, ci sono occasioni che vanno prese al volo, senza paracadute, anche con una buona dose di sanissima incoscienza, perché ci sono cose che o si fanno in quell'attimo, oppure il treno passa, ciao e arrivederci.
E Ernesto è maestro nel fornirti questo tipo di occasioni… Perciò mentre aspettiamo che qualcuno costruisca la DeLorean… Vai pure giù con gli esametri..

DIAPASON – Rubrica di Nuovo Progetto

Questo sito utilizza i cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego. Clicca qui per maggiori dettagli

Ok