Direttore estremo
Pubblicato il 06-12-2013
di Mauro Tabasso - Fare musica, sport estremo. (NP Gennaio 2013)
Questa mattina al mio risveglio, ore 05.50, guardando fuori nel buio, dalla finestra non ho visto altro che brina e nebbia, tanta nebbia. Che voglia di tornare sotto le coperte!
Poi ho sentito freddo e mi sono accorto che la caldaia era in blocco. Fantastico! È stanca, la dovrei cambiare, ma smanettando un po' riesco a farla ripartire...
Poi mi sono accorto che Antonio è rimasto addormentato e non ha infornato le macine, così ho dovuto preparare tutta la colazione da solo. Anche tu però, Antonio... Vai a dormire con le galline, come fai a non svegliarti la mattina ?
Chi è Antonio? Ma Banderas, perbacco, che lasciata la carriera da Zorro ora fa il mugnaio, quello del Mulino Bianco, dove le galline si interessano di arte bianca e dove c'è quella enorme ruota che gira, ché per farla girare come minimo serve il Danubio o in alternativa un criceto da sei/sette quintali che da solo mangia la metà del grano del mugnaio. Ma perché la mia vita non è come la sua? Quella del mugnaio, non del criceto.
Perché lui parla lentamente con le galline ovaiole mentre io vivo con un ritmo così frenetico che anche mentre dormo sogno di fare la lotta greco-romana col criceto obeso? Io non so. Se lo sapessi, probabilmente infornerei anch'io biscotti tutto il giorno con la calma e la consapevolezza di un Dalai Lama, anche se in fondo ho sempre amato l'intensità della mia vita.Il mese scorso ho scritto che da giovane mi sono interessato un po' di paracadutismo e di qualche altra disciplina non troppo tranquilla. L'ho fatto, come tanti, per curiosità, ma soprattutto per dimostrare a me stesso che ce la potevo fare, che valevo più di quanto mi stimassi (cioè zero o poco più). Poi col tempo mi sono accorto che non mi serviva fare quelle cose (che peraltro mi hanno anche divertito), e oggi che sono un po' più stagionato mi sento di dire che... Una delle discipline più dure, più impegnative a livello emotivo e psico-fisico è proprio... vivere! Certo anche sopravvivere. Ma direi proprio vivere, perché la sopravvivenza (per i fortunati come me, a cui non manca nulla) reca in sé un senso di rassegnazione, di accettazione passiva di quello che ti succede, mentre vivere implica (sempre per i fortunati) uno sforzo fisico e intellettivo assolutamente attivo e cosciente, scelto e non subìto.
Il mese scorso ho diretto la nostra Orchestra Giovanile e il Coro dell'Arsenale della Pace che si sono esibiti a chiusura della stagione: Pianalto for Music 2012 (Villanova – AT).
Ecco, quello è un autentico sport estremo. Anche se i nostri ragazzi cominciano a essere davvero molto bravi e pure autonomi, la direzione è veramente un'attività estrema, anche fisicamente. Quando sei lì la tensione è a livelli altissimi. Il cuore cambia ritmo spessissimo, passando dal riposo alla condizione di sforzo in un lasso di tempo brevissimo. Quando il grande Carlo Maria Giulini mi disse "Se sei debole di cuore lascia perdere" sapeva cosa diceva. Ci vuole allenamento anche fisico o rischi un coccolone ogni volta.
A ogni prova perdi un paio di chili, e in un concerto anche tre-quattro. Gli abiti che indossi per l'esibizione hanno tranquillamente una taglia in meno di quella che porti normalmente o ti cadrebbero i pantaloni (tutta salute per me... Peccato che li riprendo subito i chili...). Ma considerato il periodo storico, lo sport estremo per eccellenza è... Il dare speranza! È difficilissimo, ci riescono in pochi e ogni volta rischiano di fallire.
E in questo i nostri dell’Orchestra/Coro Giovanile sono veramente degli assi! Il loro entusiasmo è bellissimo da vedere e da sentire, è contagioso, trascinante ancor più della musica, e non solo per genitori, nonni e zie. È quella cosa che ti fa dire che vale veramente la pena di vivere fino in fondo. Ti commuove e ti motiva allo stesso tempo. Ti rincuora e ti convince del fatto che c'è ancora tanto di buono nel mondo in cui viviamo. Io ho avuto il privilegio di dirigere anche orchestre blasonate, ma la voglia di vivere, di suonare e di divertirsi che hanno questi ragazzi, credetemi, dà la paga a tante ma tante compagini titolate e stratitolate, composte però da mercenari (e non me ne vogliano, tanto lo sanno). Vale la pena affrontare un pubblico con questi ragazzi.
Tensione a parte, ogni volta ti ricaricano le pile, e secondo me, le ricaricano anche a chi ha la volontà e la bontà di venirli a sentire. Altro che paracadutismo o base-jumping.
Questo è il vero sport estremo del momento: dare speranza, gioia di vivere. Spero con tutto il cuore che l'esperienza della "Giovanile" continui, anche dopo di me.
Poi quando sarò vecchio e stanco mi darò all'arte bianca, ma per ora mi diverto ancora troppo a imitare Zorro e mangiare i biscotti degli altri..
DIAPASON – Rubrica di Nuovo Progetto
Il suono del silenzio spazza via il chiasso che stordisce.