Dal Basso della Terra e Salvatore Accardo

Pubblicato il 09-08-2012

di Mauro Tabasso

di Mauro Tabasso - L’opera musicale del Sermig dedicata a Giovanni Paolo II diventa un dvd. Con un maestro d’eccezione: Salvatore Accardo. (Da NP - maggio 2011)


Da bambino, ricordo che la domenica, mio padre prima, mia sorella e mio fratello poi, ascoltavano musica nel salotto di casa su un vecchio giradischi stereo marca Radiomarelli, dotato di propulsione a elastico e di un aratro al posto della puntina.
Mio fratello, che ha qualche anno più di me, metteva da parte i sodi della paghetta per comprare qualche disco particolare (un LP costava circa 15 mila lire, e non sto parlando del Risorgimento). Un giorno arrivò a casa con un disco con la copertina bianca e rossa, con un violino disegnato sopra. Mi disse che era di un grande violinista, un giovane concertista già famoso in tutto il mondo. Si trattava delle Quattro stagioni di Vivaldi nell’interpretazione di Salvatore Accardo. Accardo 1
Quel disco, insieme ad altri, credo di averlo consumato a forza di ararlo. Mi prendeva la sua magia, mi stregava il suono del violino. Guardavo la copertina e mi dicevo: “Mamma mia, quant’è forte Vivaldi, e quant’è bravo questo violinista. Forse se studio tanto, ma tanto e divento un po’ bravo... Forse un giorno riuscirò ad incontrarlo, a conoscerlo...”. Giuro, è la verità. Lui e Andrés Segovia erano tra i miei primi 5 miti.
Poi, quando la vita mi aveva quasi fatto dimenticare quel bambino e quel vinile, ecco che spunta Ernesto (siamo nell’estate del 2004) a dirmi che il concerto di uscita del nostro cd Dal basso della terra sarà un grande evento e verrà diretto niente meno che da Salvatore Accardo. Ebbi un tuffo al cuore, non ci potevo credere. Erano passati forse trent’anni, e le fantasticherie di un bambino si stavano avverando.
Così a novembre, con Ernesto, vado a casa del Maestro a portargli le partiture, a conoscerlo e a parlargli del nostro progetto. Lui ci accoglie in casa, sta studiando. Ci fa accomodare su un divano, su un tavolo vedo i suoi violini. Sono curioso, mi avvicino, e lui mi permette di toccarli, perfino di farne suonare uno. È uno Stradivari... Non ne avevo mai visto uno prima, figuriamoci toccarlo.
Passano un paio di mesi e il giorno del concerto si avvicina. Sento salire la tensione come un palloncino che si gonfia mentre arriva il 26 febbraio del 2005, il giorno fissato. Ora, dovete sapere che un compositore che si rispetta, diventa tale il giorno in cui qualcuno (meglio se famoso...) esegue qualche suo lavoro. Ebbene quella sera ero io che prendevo i gradi. Intorno a me c’era un via vai mai visto prima, e sì che qualche evento di una certa portata l’avevo già vissuto.
Ma non era solo il concerto a chiudermi la bocca dello stomaco, o l’uscita del disco a cui avevo lavorato tre anni. No, era la consapevolezza che uno dei miei sogni si stava avverando, grazie soprattutto al contributo di tantissimi, importantissimi... affluenti.
Quella sera la nostra opera iniziava il suo viaggio e io diventavo responsabile, quasi custode, dell’acqua di quei numerosissimi rigagnoli, dei sogni di molte persone sparse per il mondo, dal Brasile alla Giordania, all’Italia, che avevano nutrito e reso vivo quel lavoro con il loro canto, la loro musica, la loro passione. Forse alcune di quelle persone erano già morte e io non lo sapevo... Quelle persone non avevano potuto realizzare i loro sogni, come invece succedeva a me, e, in un certo senso, sentivo che me li avevano affidati.
Il grande Maestro Accardo li aveva come raccolti tutti quanti per dar loro onore e dignità, la dignità che solo un grande della musica colta può darti. Lui ha saputo mettersi in gioco con noi, con la nostra musica, con la nostra incosciente follia artistica, rischiando del suo per onorare una musica e una causa che a loro volta vivono per dare dignità a chi non ce l’ha. Accardo 2
Ho un grande ricordo di tutta la produzione del cd. L’ho detto altre volte. Quella è stata per me un’esperienza umana fortissima, prima che artistica, che mi ha portato a incontrare papi e presidenti, bambini e monache di clausura, poveri della terra, giovani di tutto il mondo e grandissimi musicisti.
Oggi, grazie a tutte le persone che vi hanno preso parte, grazie alla nostra casa discografica, l’emozione di quei giorni di febbraio 2005 è diventata un dvd, una cosa che mi ha permesso di rivivere una settimana indimenticabile, che spero ora sarà emozionante anche per voi. Se conoscete già Dal basso della terra, qui potrete ascoltare altre interpretazioni, una lettura orchestrale del progetto, curata e arricchita dall’arte di un grande maestro del nostro tempo.
Se invece non lo conoscete, beh... Fateci un pensierino. Ci aiuterete a essere un po’ più custodi di tanti sogni chiusi in fondo al cuore.


DIAPASON – Rubrica di Nuovo Progetto

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