Cittadini e santi

Pubblicato il 19-03-2024

di Renzo Agasso

Ci vogliono santi. Per salvare il mondo. Non servono teorie e chiacchiere. Occorrono i santi. Quelli, cioè, che prendono il Vangelo alla lettera.

Lo scrisse un giorno del 1937 un parroco di campagna di nome don Primo Mazzolari, classe 1890. Dalla sua piccola parrocchia mantovana di Bozzolo, vedeva il mondo avviato all’orrore della guerra, che inizierà due anni dopo.

Scrisse allora che «a un mondo che muore di fame, di miseria, di pesantezza, d’odio, che gli egoismi più feroci divorano, le parole non bastano. Occorre che qualcuno esca e pianti la tenda dell’amore accanto a quella dell’odio, dichiarandosi contro apertamente a tutte le ferocità dell’ora, ovunque si trovino, sotto qualunque nome si celino, in uno sforzo di santità sociale che restituisca un’anima a questo nostro povero mondo che l’ha perduta». Per quest’idea don Primo irrita il fascismo al potere e rischia il confino. Ma continua: «Non basta ripetere le parole eterne del Vangelo. Se noi cristiani sentissimo il dovere di essere anche dei cittadini e degli uomini, di confonderci con la folla invece di fuggirla, di parlare con tutte le voci che intende e nel linguaggio che solo comprende; se contendessimo con carità ardente il posto a quelli che pretendono di condurla, se comprendessimo, in una parola, che il nostro dovere è quello di essere santi! Occorrono dei santi. Tutti ormai riconoscono che la salvezza dipende dal numero di essi, dal loro coraggio e dal loro sforzo. Il mondo cerca con angoscia, non soltanto dei giusti, ma una generazione di santi, che valga anche per la città e ne corregga le istituzioni e i costumi secondo le regole della giustizia eterna del Vangelo, portando il di là un po’ più vicino, nel di qua».

Don Primo stesso ha cercato la santità. Pagandone prezzi altissimi. Perseguitato dal fascismo, ma pure dalla sua amatissima Chiesa, guardato con sospetto per le sue idee sulla pace, sulla giustizia, sui poveri e i loro diritti. Sotto Pio XII sarà punito. Ma infine, l’arcivescovo Montini – poi Paolo VI – lo inviterà a parlare in duomo a Milano. E papa Giovanni lo accoglierà, chiamandolo «tromba dello Spirito Santo in terra mantovana».

Oggi, quasi un secolo dopo quello scritto, la ricetta di don Mazzolari è ancora la sola che davvero possa salvare il mondo. Per finirla con le guerre, ci vogliono santi. Nient’altro che questo. Persone che avvicinino il di là al di qua. Nulla di meno.


Renzo Agasso
NP febbraio 2024

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