Cioccolata e semafori
Pubblicato il 09-04-2016
di Mauro Tabasso - (da N.P. - Novembre 2014)
Perché si dice “felici come una Pasqua”? Sarà perché in Quaresima si tira un po’ la cinghia e a Pasqua uno ci dà che ci dà e questo lo rende felice? L’agnello è altrettanto contento? E il tacchino la vigilia di Natale? Il cibo indubbiamente aiuta a tenere alto il morale, e anche un buon bicchiere di vino, magari anche un dolce o un bel vasetto di Nutella che funziona sempre. E' infatti dimostrato che cibo, alcol, fumo, stupefacenti e altre attività come ad esempio lo shopping, la musica, perfino l’attività sessuale interessano tutte la stessa area del cervello, inducendo (a livello biochimico) reazioni molto simili, stimolando la produzione di serotonina e altri ormoni, responsabili (tra l’altro) anche dell’umore. In generale la felicità fa stare veramente bene. Una persona felice di solito gode anche di ottima salute psicofisica.
Ho un’amica che parla sempre perché è entusiasta di ciò che ha da dirti, se non parla ride, e se non fa una di queste due cose significa che sta dormendo, ma in definitiva sembra stare piuttosto bene. E siccome cuor contento il ciel l’aiuta, uno che sta bene tende a stare anche meglio.
L’opposto di uno infelice o depresso, che rischia di stare sempre peggio. A queste persone sconsiglio vivamente di rivolgersi al pusher, e spero per loro che riescano a trovare una luce nel buio. Talvolta la luce è vicina ma non riusciamo a vederla, non vogliamo vederla. Il cervello porta ad un livello di coscienza solo poche cose, di solito quelle che è stato istruito (da noi o da altri) a farci notare, tendendo a non registrare le altre, che in quel momento lui rileva con solerzia, ma salva in un elenco di cose contrassegnato come poco importante. In sostanza tendiamo a percepire la realtà così come abbiamo scelto (consciamente o inconsciamente) di vederla. Le vere domande quindi sono: “Io a cosa do peso? A cosa do pi importanza? A che cosa attacco il mio cuore? Il bicchiere che vedo è mezzo vuoto o mezzo pieno?
Mi basta il bello che ho per essere felice oppure il brutto che vedo rende tutto quanto brutto?”. Queste almeno sono le mie domande. Io sono ciò che scelgo, sono il frutto e la conseguenza delle scelte che ho fatto finora e diventerò il frutto di quelle che sto facendo adesso. Posso scegliere se vivere onestamente o disonestamente, se lamentarmi per ciò che non ho o essere grato per ciò che ho, se lavorare su me stesso o stare a guardare dalla finestra. Posso scegliere se scendere dall’auto con il cric in mano e pettinare quel maccherone che mi ha fatto un gestaccio al semaforo o posso scegliere di augurargli semplicemente un po’ di pane e salame in tasca (cibo forse non così salutare ma che ha sempre il suo perché...).
Il mondo mi vuole infelice, perché se sono infelice ho bisogno di qualcosa; qualcosa che mi renda appunto felice, tipo un vestito alla moda, un’auto nuova, un telefonino ultimo modello, un massaggio rilassante, un’amante, o semplicemente un vasetto di Nutella che funziona sempre egregiamente. Nell'infelicità vengono creati i bisogni o presunti tali che cerco di soddisfare, salvo poi accorgermi che una volta raggiunta, quella chimera non mi basta più, e nel frattempo ho cominciato a desiderarne un’altra. Chi ha un bisogno è molto più facile da dominare, basta dargli quello che vuole o l’illusione di poterlo avere, anche a rate.
Quando si ama si ha tutto, non si hanno altri problemi, si cammina a un metro da terra, si digeriscono i sassi, si può dormire su un letto di puntine, non ci si arrabbia ai semafori. Viceversa l’odio stanca, stressa, priva di energia. Non è difficile amare; c’è così tanto bisogno di amore intorno a noi da non sapere dove urge di più. E la musica (quella che più ci piace) è una grandissima alleata dell’amore. Praticarla, ascoltarla, condividerla, gioirne, lasciarla entrare dentro, lasciare che ci emozioni, che ci commuova perfino, sono modi diversi per utilizzare lo stesso medicinale. Sciropparsi una generosa dose di questa misteriosa arte giova sempre allo spirito, quindi indirettamente anche al corpo. E detto ciò, termino con la Nutella, per chiarire un punto su cui c’è molta disinformazione: è fatta di cacao e nocciole, dico bene? Roba che cresce sugli alberi, quindi alla fine si tratta di frutta, chiaro? E su questo argomento non voglio più tornare.