Chi crede alle classifiche ?

Pubblicato il 04-11-2012

di Mauro Tabasso

di Mauro Tabasso - Chi crede alle classifiche ? (NP Maggio 2002)


Dice mia mamma che nell’estate del ‘68, su una spiaggia di Ceriale (SV) ho sbancato il suo già magro borsellino e consumato il Juke boxe a forza di far girare "Azzurro", scritta da Paolo Conte e cantata da Adriano Celentano. Adriano Celentano
La copertina del disco, un 45 giri, lo ritraeva, se non ricordo male, con una giacca a righe, un Borsalino nero con gros bianco, scarpe a "volo d’angelo", sigaretta tra le dita, a bordo di una vecchia auto, forse una Morgan o una MG, con portiera aperta e gamba a penzoloni.
In quegli anni le canzoni più gettonate furono proprio "Azzurro" e "Luglio" di Riccardo del Turco. Ogni sabato alle 12 la radio (il primo canale della Rai) trasmetteva la mitica "Hit Parade", ovvero "parata di successi", progenitrice di tutti i programmi radiotelevisivi del genere, da "Discoring", a "Superclassifica", a "Super", a "Top of the pops" e via dicendo.
La stessa "graduatoria" redatta per "Hit Parade" compariva poi anche su alcuni giornali tipo "Sorrisi e Canzoni TV" o simili. Il business dei media era appena agli albori, e la "parata" si limitava ai soli primi 10 dischi più venduti. Oggi i giornali del settore la riportano dettagliatamente fino al cinquantesimo posto, meglio di un campionato di calcio.
Ma la domanda che mi sono sempre fatto, sin da bambino, è: come vengono redatte queste classifiche ?
All’uscita di un negozio di dischi c’è forse qualcuno che si appunta su un taccuino il titolo, l’autore e l’editore del CD che hai appena comprato e poi lo riferisce alla redazione di un giornale, di un programma o di un ente preposto ? Impossibile controllare tutti i negozi della penisola, senza contare le edicole, gli autogrill, i supermercati e tutto il resto.
Gli addetti ai lavori hanno così escogitato un sistema di "campionatura" in verità piuttosto rozzo. Ai fini delle classifiche, non contano tutti i negozi, ma solamente alcuni. A Torino, per esempio, il negozio che "pesa" è uno solo; se comperi in uno degli altri, nessuno prende nota di nulla, mentre in quello, alla fine della settimana, vengono fatte le somme e i risultati vengono inviati alle redazioni dei giornali / programmi interessati e alle associazioni di categoria. Ora, Torino conta circa un milione di abitanti, e quel punto vendita, non me ne voglia, non può certo essere considerato, un campione molto rappresentativo.
NegozioIn tutta Italia, i negozi monitorati sono circa una sessantina (poco più di uno ogni milione di abitanti). Molti di loro sono di propietà (totale o parziale) di importanti gruppi editoriali e discografici, un po’ come i tabloid e i networks radiofonici e televisivi. E da un certo punto di vista non è neanche sbagliato, se consideriamo che questi megastore sono praticamente gli unici nei quali si può trovare praticamente tutto, dai Dream Theater al Gregoriano, in una sorta di "par condicio" musicale.
Ma la par condicio termina laddove inizia la "promozione". E anche questo sta bene, perché un esercizio commerciale, per definizione, non è una lista elettorale, ma è indubbio che se un prodotto viene spinto in un certo modo, anche grazie alle radio e alla televisione, l’opinione pubblica è portata a pensare quella musica è l’unica o quanto meno la migliore. Questo meccanismo, comunque, spiega come mai certi dischi entrano ed escono dalla classifica in continuazione.
"Stupido Hotel" di Vasco Rossi, dopo settimane di presenza entro le prime venti posizioni è uscito dalla Top 50, è stato fuori una settimana e poi è riapparso come "new entry" al 35° posto. Forse il Blasco nazionale ha tenuto in questi giorni un concerto in quella tale città, dove quella performance gli ha fruttato alcune decine di copie vendute (tante, se considerate l’offerta), che, fatto lo spoglio negli altri 59 negozi, hanno portato, in percentuale, un incremento delle vendite di una certa entità. Classifica
In conclusione: 1) Se ne avete la possibilità e vi incidete, vi distribuite e vi ricomprate 10.000 copie del vostro CD personale, così, per lo sfizio di vedervi in classifica, occhio a non acquistarle nel posto sbagliato. 2) Se un disco non è in classifica, non vuol dire che non abbia venduto. L’ultimo CD di Enzo Jannacci, uscito pochi mesi fa (n.d.r articolo del 2002) e mai entrato nella Top 50, sta veleggiando verso le 20.000 copie vendute.
Annalisa Minetti, dopo aver vinto a Sanremo nel ‘98 e averne vendute circa 15.000, ha raggiunto, se non ricordo male, il dodicesimo posto (anche se c’è rimasta per poco). 3) Cosa più importante, non esiste solo la musica che ci fanno vedere e sentire.
Cercate, e sarete trovati.


DIAPASON – Rubrica di Nuovo Progetto

Questo sito utilizza i cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego. Clicca qui per maggiori dettagli

Ok