Che gelida zampina, se la lasci riscaldar...

Pubblicato il 14-09-2012

di Mauro Tabasso

di Mauro Tabasso - Musica operistica, un genere tutto italiano da riscoprire, anche per guarire dalle malattie di cuore. (NP Maggio 2012)


L’omo a da puzzà, recita un vecchio detto popolare. Certo, se non ti lavi, non ti cambi almeno le mutande, i calzini e la canottiera hai da puzzà per forza, caro mio. Ma forse la diceria risale a tempi in cui l’acqua non scorreva nelle case e per averne un secchio bisognava andare alla fonte o tirarselo su da un pozzo. Fatiche che si aggiungevano ad altre fatiche, per le quali il vecchio detto rappresentava un salvifico alibi.
PorcelliniOggi suona un po’ come una pigra scusa. Invece c’è un altro detto che continua ad avere il suo perché: l’uomo è una bestia, anzi una bbestia con due bbi, non solo per l’infinito elenco dei suoi comportamenti tutt’altro che umani. Le continue ricerche in campo genetico hanno infatti dimostrato che l’uomo (inteso come specie, perciò non me ne voglia il gentil sesso) condivide con i maiali (famiglia dei suini) ben il 96% del suo patrimonio genetico. Ci pensate? Ci differenzia solo un misero 4% che eguaglia appena la soglia di sbarramento!
Ciò significa che o siamo veramente un po’ bestie (ed effettivamente un po’ di maiali/le in giro ci sono!) oppure che Jimmy, Timmy e Tommy sono decisamente più umani del previsto; oppure ancora significa entrambe le cose. Questi simpatici (ahimé, anche assai gustosi...) amici, data la loro stretta parentela con la nostra razza, hanno assunto negli ultimi decenni un grande interesse biomedico come potenziali fornitori di parti di ricambio vitali (cuore, fegato) negli xenotrapianti (trapianti da donatore non umano).
“Vi darò un cuore nuovo”, brano che sembra aver ispirato il famoso cardiochirurgo Christian Barnard, pioniere proprio del trapianto cardiaco. Ma la parentela con i suini non si ferma alle parti di ricambio. Secondo un singolare studio, pubblicato dall’autorevole Journal of cardiothoracic surgery, un gruppo di maiali e topi trapiantati di cuore è stato sottoposto all’ascolto di vari generi musicali, cosa che sembra abbiano gradito (siamo per caso parenti anche dei topi? Non mi dite...).
Lo studio ha verificato che l’Opera, la musica operistica in generale (Verdi, Rossini, Puccini, ecc.) influisce assai positivamente sul sistema immunitario dei soggetti trapiantati, riducendo in modo significativo il rischio di rigetto del nuovo organo.
La musica operistica, e non il rock o per esempio la new-age, che si utilizza in modo copioso in tutte le pratiche di rilassamento o nel trattamento di fattori psicosomatici e dello stress. Insomma agli anticorpi piace il bel canto. Meglio Tutto cangia, il ciel s’abbella dal Guglielmo Tell di Rossini piuttosto che Born in the USA di Bruce Spreengsteen o le campane tibetane.
Va a gusti. Io ad esempio gradirei un po’ d’uno e un po’ dell’altro, ma nella vita non faccio l’immunoglobulina. L’Opera così gradita (e in questo caso così utile) è un genere musicale amato o odiato, oggi decisamente snobbato soprattutto dai giovani che non gradiscono questo modo di cantare così vecchio, così vibrato, così impostato e pomposo. Opera
Ma è anche un mondo che non si conosce e, se non conosci una cosa, difficilmente la puoi anche apprezzare. Va sicuramente riscoperto, e non solo per la sua enorme, straripante ricchezza musicale e tematica, ma anche per capire meglio ciò che ascoltiamo oggi. Le arie d’opera, per esempio, quelle dove i protagonisti della storia si misuravano con melodie che stupivano gli ascoltatori, sono per certi versi le progenitrici della romanza prima e della moderna forma canzone poi.
Il nostro Musical discende per direttissima proprio dall’Opera, come pure, per certi versi, la Commedia Musicale (si tratta di storie raccontate in musica). È un genere nato in Italia, cresciuto in Europa ma che oggi è nel DNA di tutto il mondo, e questo vale anche per quelle persone che non hanno mai varcato la soglia di un teatro. Se avete tempo, il sabato mattina, una trasmissione delle reti Mediaset (Loggione) spiega in modo comprensibile anche ai profani il ricchissimo mondo dell’Opera.
E ora, a quei maiali e topi che dubito avessero problemi di cuore (e sorvolando sulla delicata questione della sperimentazione sugli animali) dovremmo cantare tutti in coro e con gratitudine “Che gelida zampina, se la lasci riscaldar”...


DIAPASON – Rubrica di Nuovo Progetto

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