Caldo opprimente

Pubblicato il 21-01-2023

di Pierluigi Conzo

Penso di non essere stato l’unico a trattar male qualcuno/a in giornate estremamente calde, o comunque in un periodo di stress in cui il caldo estremo non ha sicuramente contribuito a calmare le acque. Che relazione c’è tra riscaldamento globale e comportamenti aggressivi nel mondo del lavoro? Un recente studio pubblicato su PNAS dimostra come in giornate super calde il numero di segnalazioni di molestie e discriminazioni sia maggiore rispetto a giornate più miti.
I dati utilizzati dallo studio contengono informazioni dettagliate su 250mila reclami su violazioni del diritto all’uguaglianza di accesso al lavoro (Equal Employment Opportunity, EEO) che hanno portato oltre 800mila accuse di molestie e discriminazione in oltre 12mila uffici postali statunitensi dal 2004 al 2019. I dati relativi agli uffici postali sono stati geocodificati e poi uniti ai dati meteorologici giornalieri localizzati. Inoltre, sfruttando anche l’informazione relativa al giorno in cui si è verificata la segnalazione, gli autori riescono a mettere in relazione la tempistica degli incidenti di molestie e discriminazioni con quella dello “stress termico”.

I risultati mostrano che in giorni estremamente caldi, cioè in quelli con temperature superiori a 32.2 °C, si verificano il 5% in più di incidenti EEO rispetto ai giorni più freddi, quando cioè le massime sono comprese tra 15.5 °C e 21.1 °C. I giorni con tempo piacevole, cioè tra 10 °C e 15.5 °C e tra 21.1 °C e 26.6 °C, non registrano lo stesso aumento di segnalazioni.
Analisi più approfondite mostrano che sia lavoratori postali che lavorano al chiuso sia quelli che lavorano all’aperto sono colpiti da stress da calore e che, quindi, gli effetti diretti del calore estremo sulle condizioni di lavoro non sono in grado di spiegare del tutto i risultati osservati.
Più nel dettaglio, l’autore esamina le differenze nell'effetto dello stress termico dovuto all'occupazione del denunciante, confrontando gli effetti per i corrieri postali e quelli non postali.
Una potenziale differenza per queste due specializzazioni potrebbe risiedere nel fatto che i portalettere trascorrono più tempo all'aperto e quindi potrebbero essere più sensibili allo stress da calore. Le segnalazioni per molestie e discriminazione possono essere presentate solo contro i supervisori e i supervisori dei corrieri postali e non postali sarebbero esposti al calore in modo simile.

Inoltre, i corrieri postali possono avere interazioni limitate con i loro supervisori durante le ore più calde della giornata, quando sono fuori a consegnare la posta. Entrambi questi fattori potrebbero potenzialmente attutire potenziali differenze nelle reazioni al caldo tra questi due tipi di corrieri. Le analisi condotte dall’autore mostrano un effetto significativo dello stress termico sia per i corrieri postali che per quelli non postali, suggerendo che lo stress da caldo influenza i comportamenti anche tra quei lavoratori non direttamente esposti al calore durante la giornata lavorativa. I risultati sono quindi in linea con la letteratura scientifica esistente, che mette in luce gli effetti negativi del caldo estremo su giudici, operai di produzione e dipendenti di magazzino che lavorano al chiuso.

Tuttavia, l'effetto dello stress da calore sembra essere di entità leggermente maggiore per i corrieri postali, il che potrebbe essere coerente con una maggiore esposizione al calore e, di conseguenza, più segnalazioni di atti di discriminazione e molestie che si verificano tra i corrieri. Inoltre, una serie di analisi più tecniche suggeriscono che i risultati principali sono frutto di un cambiamento nel numero di incidenti reali piuttosto che nella probabilità di segnalarli.
In conclusione, lo studio aggiunge un ulteriore tassello all’analisi delle conseguenze negative che il riscaldamento globale può comportare, evidenziando come lo stress da caldo possa aumentare episodi di molestie e discriminazioni sul posto di lavoro.


Pierluigi Conzo
NP novembre 2022

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