Accanto a noi

Pubblicato il 06-10-2023

di Fabrizio Floris

La periferia è un dolore da attraversare, è un dolore da cui non scappare, è persino un dolore da gustare racconta Giovanni dopo essere stato abbandonato dalla compagna di una vita.

È il dolore delle famiglie che non riescono più a stare in piedi, è il dolore della moglie di Roberto che dopo aver perso il lavoro è entrato in crisi, si sono rivolti ai servizi psichiatrici del quartiere, ma che, sopraffatti dalle urgenze, lo hanno reinviato a data da destinarsi; così una sera Roberto si è affacciato dal balcone ha chiesto a Chiara un bicchiere d’acqua, si è messo in piedi sulla ringhiera, ha restituito il bicchiere perché non si rompesse ed è volato giù dal sesto piano. È il terzo nell’arco di 500 metri spiega Isolina, un’anziana della vicina parrocchia: l’unica che riesce a entrare in tutte le case.

Luca ed Emanuela si sono voluti bene, allegri, gioviali, di compagnia. Il loro dolore è arrivato con il licenziamento, Luca ha perso la pazienza, ha pianto, qualcosa tra loro si è rotto e non si sa se potrà essere riparato. Paolo ha i capelli rossi alla moda, ha lasciato la scuola dopo aver ripetuto due anni, si considera un fallito così ha preso la lametta per incidersi le braccia, i genitori lo hanno trovato nella vasca da bagno; è sopravvissuto. Tutto avviene nel silenzio, una quiete assordante, come se non succedesse niente. Al primo piano tra i palazzi c’è un ragazzo di 25 anni affetto da un tumore, laggiù poco più in là una ragazza di 20 è in attesa di un trapianto per una grave malattia, là in basso Vincenzo è morto all’improvviso lasciando la moglie e due figli. Tutto continua a scorrere, gli anziani al bar fin dal mattino, le liti nei condomini, gli anziani al bar fin dal mattino per uscire dalla solitudine, le liti nei condomini.

La periferia è questo lasciarsi andare, non contrastare la corrente della vita, dei fatti che accadono intorno.
Poi quando tristezza, solitudine, depressione, malattia, perdita del lavoro si mettono in fila davanti a te, non sai a cosa e a chi aggrapparti.
L’onda ti trascina impetuosa, afferri qualche rametto, flebile speranza, il corpo sbatte, si contrae, rotola su sé stesso, finché perdi conoscenza, non sai più niente, ogni cognizione ti lascia. Se la osservi la periferia è questo flusso ininterrotto di dolore: sono lacrime che scendono dentro e inondano l’anima. I troppi pensieri ti impediscono di restare sveglio, di vedere che ogni tanto c’è qualche sprazzo di luce. Anche se sai che certo il dolore finisce, ma non quando pensiamo noi, non quando “tutto è perduto”
 

Fabrizio Floris
NP agosto / settembre 2023

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