Spes contro spem

Pubblicato il 01-12-2021

di Renato Bonomo

Sono passati poco più di settanta anni dall'inizio della Guerra Fredda ma sembrano passati dei secoli. È cambiata soprattutto la mentalità, sono cadute le ideologie che avevano costretto gli uomini a dividersi in due grandi blocchi.
Ogni parte vedeva l'altra come male assoluto e non concepiva alcun tipo di dialogo o compromesso.
Era uno scontro che non poteva dirsi risolto se non con la sconfitta definitiva del nemico.

In un mondo così diviso era profeta chi non accettava la divisione, chi si impegnava per la pace, chi non si accontentava di sostenere una parte ma desiderava operare per tutti. È il caso di Giorgio La Pira.
L'impegno per la pace di La Pira ha origini lontanissime. Sin dall'agosto del 1939, alla vigilia della Seconda guerra mondiale, in occasione dello storico patto di non aggressione reciproca tra il nazismo e il comunismo sovietico, La Pira fu colpito dalle affermazioni di Pio IX: «Nulla è perduto con la pace, tutto può esserlo con la guerra». Il Papa aveva avuto ragione e lo scoppio della guerra aveva dimostrato a La Pira che i capi degli uomini sono più spesso lupi che pastori.

Dopo la terribile esperienza della Seconda guerra mondiale, a partire dall'Epifania del 1951, La Pira decise di dedicarsi totalmente alla pace. Siccome l'intera storia umana dimostrava la sproporzione di quell'impegno, scelse come proprio motto: spes contra spem. Il suo impegno si tradusse in un'infaticabile opera di dialogo e mediazione, in lettere ai grandi della terra, nell'organizzazione di grandi convegni per la pace.
Da sindaco poi, nonostante le tante critiche per un impegno che molti volevano confinato solo alla dimensione locale, diede vita a delle azioni mai attuate in precedenza come il famoso viaggio ad Hanoi del novembre 1965, nei primi anni della guerra del Vietnam. Quel viaggio venne inizialmente considerato come un fallimento, ma le trattative di pace del 1973 ripresero proprio lo schema diplomatico e negoziale dell'iniziativa di La Pira.

La Pira ha sempre considerato il mondo casa sua, anche da sindaco non ha mai privilegiato la dimensione locale rispetto a quella globale. Per lui gli uomini e le donne sono veramente tutti fratelli e sorelle, l'umanità è una sola e grande famiglia. È una lezione di grande attualità che il Sermig ha cercato di fare propria nella sua storia. Intorno alla metà degli anni Settanta abbiamo desiderato aiutare i vietnamiti del Nord e del Sud attraverso la mediazione di un pastore valdese, Tullio Vinay.
Poi a guerra finita, tra il 1979 e il 1980, l'impegno è diventato aiutare i "boat people", i profughi vietnamiti. Anche in questo modo, abbiamo capito che non ci sono nemici ma solo fratelli, figli di un unico Dio.


Renato Bonomo
NP agosto / settembre 2021

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