Occhiali rotti

Pubblicato il 19-12-2022

di Redazione Sermig

Al 475 di Av. Republica a Santiago si trova la casa-museo De la Solidaridad Salvador Allende, uno spazio che fin dai primi anni ‘70 raccoglie donazioni di opere d'arte contemporanea messe a disposizione da grandi artisti internazionali con lo scopo di creare un “museo del popolo”, figlio del governo democratico di Salvador Allende, represso dalla crudele dittatura del regime di Pinochet. Da una siepe che cinta il giardino spunta una scultura a forma di Un occhiale rotto, è una scultura, ed è il simbolo della libertà.

Poi un giorno a Valparaíso un’amica artista mi mostra una sua realizzazione. La sua opera, il busto in bronzo di Salvador Allende, ha la stessa montatura degli occhiali intravista in quel giardino di Santiago.

Se da una parte, per chi ci vede poco, l'occhiale rotto è la manifestazione della tenebra, del buio, dell'oblio, del terrore; tuttavia, non è, e non sarà mai, un segno di sconfitta.

Là dove le crepe del cristallo convergono al centro della lente, vi è una messa a fuoco fisiologica che rende nitide non solo le evidenze, ma anche i desideri e le genuine intenzioni delle persone oneste e generose, concentrate dentro il quadro perfetto – seppur a volte utopico – del futuro.

In qualche modo, mi piace pensare all'occhiale rotto come a uno speciale obiettivo capace di vedere nel futuro.

L’occhiale, del resto, viene indossato da chi studia e viene definito intellettuale, e i dittatori? Quelli veri, si sa, non li indossano mai, gli occhiali.

Peccato.

Luca Periotto

NP Ottobre 2022

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