La lezione della pandemia

Pubblicato il 23-06-2022

di Corrado Avagnina

Siamo ormai in dirittura d’arrivo (forse) verso una normalità perduta da troppo tempo. I segnali ci sono, anche se occorre andare cauti. La quarta ondata del Covid, con le sue varianti, ha sì colpito forte, ma i vaccini sono stati un contrasto efficace. Ma non è ancora finita: non sono mancate le vittime che hanno continuato a impressionarci per numeri sempre troppo alti e angoscianti. Le news ci ricordano calvari di sofferenza in tante storie di malattia da virus. Non risparmiando anche i più piccoli. Con l’insidiosità del virus, non si può scherzare.

Il Covid resta una minaccia ancora incombente. È ancora in circolazione e cerca di non mollare tanto facilmente la presa. La normalità che aspettiamo arriverà a piccole dosi. E poi non sarà più come prima, cioè come se niente fosse stato.

Intanto ci arriviamo (o quasi) cambiati nelle nostre quotidianità. Molti di noi hanno fronteggiato il Covid in prima persona. In tante famiglie ci sono state quarantene di vario tipo, con difficoltà assortite e inedite. Molti sono anche finiti all’ospedale. Ci si è trovati a piangere parenti e amici. Gli isolamenti hanno scombussolato la vita familiare e sociale. Ci sono stati preclusi tanti momenti di socialità, per lungo tempo. La stessa mascherina, che resta tuttora un baluardo importante e necessario, ci ha nascosto un po’ gli uni agli occhi degli altri. Si è vissuta una scuola dei figli o dei nipoti (comunque delle nostre nuove generazioni) un po’ a singhiozzo e con molte complicazioni. Si è respirata anche una buona dose di paura. Di non farcela, di non reggere, di essere travolti.

Tutto questo ha lasciato il segno. Ho raccolto in radio una rapida riflessione di una psicologa che parlava di molti giovani che, con i lockdown, sono stati tentati di «disinvestire dalla propria vita». Insomma una deriva preoccupante dietro l’angolo, da prendere sul serio. Occorre rimboccarsi le maniche e fare ognuno il possibile per uscire dalla pandemia temprati e non piegati. Sempre di più è l’ora di darci una mano. Perché – come ripete spesso papa Francesco – non sprechiamo questa esperienza tragica in cui siamo precipitati globalmente e da cui fatichiamo a venir fuori. Ci sono lezioni preziose da raccogliere, da condividere, da non snobbare. Magari anche riflettendo su quanto il virus abbia scombussolato le convinzioni di tanti. L’ondata no-vax, ad esempio, dà da pensare. Come è stato possibile non capirsi più sulle risposte date dalla scienza e sulla possibilità (anzi l’urgenza) di compire quel “gesto d’amore” che era ed è il vaccino?

Corrado Avagnina

NP Marzo 2022

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