La bellezza della diversità

Pubblicato il 03-08-2020

di Max Laudadio

Alla scoperta del progetto Pappaluga per dare vita davvero a tutti...

Un paio di anni fa, durante la realizzazione di un servizio di Striscia la Notizia, ho conosciuto un visionario, uno di quelli che riesce con semplicità a trasformare missioni impossibili in azioni semplici e concrete, uno che appartiene a quella categoria di persone che amo definire “supereroi moderni”.

Davide ha quattro figli: Giovanni di 18 anni, Tommaso di 17, Anna di 9 e Carlo un quattordicenne nato con una grave patologia mentale o più tecnicamente detta disabilità cognitiva.

Inizialmente ha vissuto nello sconforto di questa realtà ancora molto sconosciuta, provando paura, sentendosi inerme davanti a questo sentimento che ti paralizza e non ti permette di respirare ma poi, forse anche grazie alla sua fede, ha trovato l’arma per sconfiggerla quando ha compreso che il contrario della paura non è il coraggio, bensì l’amore ed è riuscito a trasformarla addirittura in una vera e propria opportunità.

Così, ha fondato un’azienda con la caratteristica unica di avere come dipendenti solo disabili cognitivi. Sì, avete letto bene, questo signore ha creato un progetto dove i ragazzi che normalmente vengono scartati, emarginati, umiliati, possono vivere una vita normale fatta di lavoro, impegno e reddito. Certo, è stato necessario supportarli con alcuni professionisti del settore che li seguissero nella formazione e nel controllo del lavoro, e principalmente per rispondere alle numerose e lacunose normative vigenti.

Questo bellissimo progetto si chiama Pappaluga, il nome l’ha inventato Carlo, il figlio pazzerello, che è diventato anche il presidente dell’azienda e che vede al timone di comando insieme a lui anche i due fratelli maggiori. Producono abbigliamento, felpe, t-shirt e accessori vari che sono commercializzati da vari store nella città di Varese, oltre naturalmente ad avere un negozio virtuale sul web (per chi fosse interessato questo è il loro sito: www.pappaluga.it). Ma non solo, perché Davide non si è fermato a regalare a questi ragazzi una vita vera, giornalmente e per 365 giorni all’anno li segue con varie attività: laboratori, sport, giochi, un po’ di tutto insomma.

Dopo che li ho conosciuti, e forse perché sono altrettanto fuori di testa, ho iniziato a partecipare alle loro attività e, in poco tempo, mi sono ritrovato parte integrante di questo incredibile progetto.

Quando posso mi alleno con i ragazzi a basket rendendomi conto che la schiappa del gruppo sono proprio io, anche perché loro sono fortissimi. Poi, mi hanno obbligato a far parte della loro squadra di canottaggio, vorrebbero partecipare alle prossime Special Olimpics che si terranno sul lago di Varese nel 2021, e anche in questo caso mi sono ritrovato ad essere il peggiore di tutti, ma la cosa che mi infastidisce di più è che me lo fanno notare costantemente!

Anche in questo periodo di emergenza mondiale, dove tutti siamo stati chiamati a rispettare le normative e a stare a casa, anche loro diligentemente lo hanno fatto, forse solo comprendendo meno il motivo di questi obblighi, ma comunque non rinunciando a ciò che li rende vivi, sport compresi.

Proprio questa mattina ci siamo allenati; Davide in versione coach (poteva essere diversamente?) dettava gli esercizi via Skype e tutti noi obbedivamo come una vera squadra. E indovinate chi ha mollato per primo?

I Pappaluga, tra loro si chiamano così, o Vharese (con la H!) questo è il nome del team quando fanno sport, hanno una vitalità, una forza, un’energia, un amore nel cuore, che noi normali non possiamo che guardare e apprezzare ma che difficilmente potremo mai eguagliare. Per concludere, cari amici, da quando ho conosciuto Pappaluga continuo a farmi sempre la stessa domanda: «È meglio essere normali in un mondo anormale come quello in cui viviamo o è meglio avere la fortuna di non comprenderlo?».

NUOVO PROGETTO
Maggio 2020

 

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