L'onestà tra le mani

Pubblicato il 02-08-2020

di Renato Bonomo

Nell’aprile del 1906 un terremoto distrusse la città di San Franci­sco. Più della metà degli abitanti persero la casa. In quei giorni, in mezzo alle rovine, un gruppo di uomini si aggirava per le strade con dei carretti pieni di soldi e oro nasco­sti sotto frutta e verdura. Erano i depositi della Bank of Italy che il suo direttore, l’italo-americano Amadeo Peter Giannini e i suoi collabora­tori stavano trasferendo al sicuro da eventuali saccheggi. Poco dopo la banca riaprì nell’abitazione di Giannini con i preziosi nascosti nel camino. L’insegna diceva: «Prestiti come prima, anzi più di prima». Subito si formò una fila di persone disperate. A tutti Giannini non chie­deva garanzie, dava soldi annotando nomi e cifre su dei foglietti. Non solo, spesso usciva, andando nelle tendopoli, ad offrire prestiti ai più poveri e agli immigrati come lui. Con il suo atteggiamento diede spe­ranza ai suoi concittadini e contribuì sensibilmente alla ricostruzione di San Francisco.

Ma chi è stato veramente Amadeo Peter Giannini? Nato in California nel 1870 da immigrati italiani, ebbe la possibilità di studiare e lavorare in banca. A circa trent’anni decise di fondare la Bank of Italy, perché l’isti­tuto dove aveva lavorato prima non concedeva prestiti agli immigrati, lucrava sui trasferimenti di denaro e chiedeva altissimi interessi. Lui inve­ce prestava a tutti, chiedeva piccole commissioni. Per i più poveri l’unica garanzia richiesta era l’onestà: onestà che lui sapeva riconoscere nei calli sulle mani, segno di dedizione al lavoro. In breve tempo, la sua banca divenne oggetto di investimenti e depositi sempre più rilevanti. Creb­be a tal punto da trasformarsi in una delle banche più importanti del mondo: la Bank of America. Gian­nini fu tra i finanziatori del Golden Gate, dell’opera cinematografica di Capra, Disney e Chaplin, finanziò le prime imprese della Silicon Valley. La sua più grande capacità era dare ali ai sognatori.

Le idee di Giannini erano decisa­mente particolari. Lui non credeva nel profitto fine a se stesso ma nel capitalismo come occasione per realizzare se stessi e strumento per andare incontro ai bisogni dei più poveri. Era convinto infatti che le banche dovessero aiutare tutti a rea­lizzare i propri sogni. La gran parte delle persone infatti desidera realiz­zarsi e molti ci riescono attraverso il lavoro. Giannini aveva capito che la soddisfazione personale porta a diffondere benessere e diventa vola­no per lo sviluppo sociale. È difficile oggi immaginare un personaggio come questo. Noi abbiamo cono­sciuto il lato avido e disumano del capitalismo e della finanza. La storia di Giannini dimostra che il capitali­smo è uno strumento e il suo valore morale dipende dalle intenzioni che lo animano. Giannini lo ha interpre­tato come strumento di promozione sociale affinché i poveri potessero conquistare una vita migliore. E scommettere sui poveri conviene: nel 1930, quando la Bank of Italy chiuse in battenti per riaprirli come Bank of America, si scoprì che oltre il 96% dei prestiti senza garanzia era stato rimborsato. La vera ricchezza è tale se viene distribuita per diffon­dere benessere al maggior numero possibile di persone. D’altronde Giannini affermava che la ricchezza non si può possedere in quanto è sempre la ricchezza a possedere gli uomini.

Renato Bonomo
NP maggio 2020

Questo sito utilizza i cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego. Clicca qui per maggiori dettagli

Ok