Chiedilo ai numeri

Pubblicato il 20-04-2020

di Matteo Spicuglia

Le storie delle vittime del coronavirus, persone come noi.

 

I numeri sono freddi, scorrono veloci. Finché restano anonimi, rassicurano. I numeri non hanno un’anima, ma è solo apparenza. Perché basta mettersi in ascolto, fare un passo in più, scegliere l’empatia per rendersi conto che ogni numero ci riguarda.

Chiedilo a Giorgio. Aveva 71 anni e occhi azzurri profondissimi. Una vita nel Monferrato spesa a servizio degli altri. Vigile urbano per decenni, poi la pensione, l’amianto che gli si era attaccato ai polmoni. Ha perso in partenza la battaglia contro il coronavirus. «Una persona veramente speciale», ricordano gli amici.

Chiedilo a Vittorio, 94 anni. Architetto, scrittore, giornalista. Il mondo ridisegnato con un guizzo e una matita. «Se ne va, in queste ore cupe un maestro dell'architettura internazionale», dirà di lui Stefano Boeri.

Chiedilo a don Luigi, classe 1933, semplicemente prete nella sua parrocchia di Campitello, in val di Fassa. Il 3 marzo aveva celebrato l’ultima messa, poi il respiro che diventa affanno. La fine nel reparto di terapia intensiva di Rovereto.

Chiedilo a Diego, 46 anni, sposato con un figlio di 7 anni. Da operatore del 118 di Bergamo, ha dato la vita per salvare vite. Racconta un collega: «Era un lavoratore preparato, un soccorritore che ha sempre utilizzato i dispositivi di protezione individuali, non era anziano e non aveva altre malattie».

Chiedilo a Ivo, 62 anni, psicopedagogista e terapeuta specializzato nella lotta all'Alzheimer. Aveva inventato la doll therapy, l'idea di usare le bambole per tranquillizzare i malati. Situazione precipitata in appena tre giorni all’ospedale Maggiore di Parma.

Chiedilo a suor Maria, 89 anni, già superiora delle Suore missionarie della carità del don Orione. Ha condiviso la malattia con le sue consorelle della casa madre di Tortona. Lei era la più grave. Inutili le cure. «Una donna intraprendente, gioiosa, attiva – dice chi l’ha conosciuta - la sua figura rimarrà per sempre nel nostro cuore».

Chiedilo a Paris, 81 anni. Campano di origine, ma piemontese di adozione. Era stato questore a Cuneo dal 2003 al 2006. «Caro Paris, la cosa che mi rattrista più di tutto è che non sarà possibile salutarti un'ultima volta – scrive il suo successore Giuseppe Pagano –Lavorare con te è stato un privilegio e un onore».

Chiedilo a Luca, 62 anni, genio e creatività seminati nel mondo della lirica. Ex responsabile dei cast della Scala, poi agente di tanti artisti. La sua morte è stata uno shock per tutto il mondo della cultura.

Chiedilo a Roberto e Chiara. Lui medico di famiglia, 62 anni, contagiato al poliambulatorio di Busto Arsizio. Lei, 57 anni, anestesista a Portogruaro. Hanno lottato con tutte le forze, ma niente.

Chiedilo all’amore che ha unito Luigi e Severa per oltre 60 anni. Vivevano a Fiobbio di Albino, in provincia di Bergamo. 86 anni lui, 82 lei: la vita sempre insieme. Arrivano i primi sintomi, la febbre alta per giorni. Infine, il ricovero in ospedale, l’ultimo abbraccio ai figli, mai più visti. Il primo ad andarsene è stato Luigi, poi Severa a distanza di poche ore. «Ciao papà e mamma – ha scritto il figlio su Facebook – questo brutto virus vi ha portato via tutti e due nello stesso giorno, continuerete a bisticciare anche lassù? Credo di sì, ma come sempre finirà tutto in un abbraccio».

Chiedilo ai numeri...

 

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